La senatrice Sabrina Ricciardi ha interrogato il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, sul Bando Asili Nido per il quale è stata fissata una proroga al 31 marzo, a quanto pare decisa a causa della scarsa partecipazione dei comuni del Sud.
“Sicuramente – osserva la Ricciardi pensando anche all’adesione di pochissimi comuni della province campane e di quella di Benevento – saranno state fatte le opportune analisi sulle motivazioni per cui ci sia stata una partecipazione più scarsa rispetto ad altri bandi. È sicuramente plausibile che i comuni non abbiano partecipato per i timori dei costi di gestione, soprattutto nelle aree dove c’è poca utenza e in cui le rette coprono in minima parte il costo del servizio. Sono state effettivamente fatte rassicurazioni circa il supporto alla gestione da parte del governo con stanziamenti appositi, ma un sindaco ha sicuramente necessità di conoscere la quota precisa che gli spetterà in caso di apertura di un servizio. Sarà in base all’utenza? O coprirà comunque i costi di gestione anche in caso di sottosfruttamento della struttura per mancanza di utenza?”
“Secondo il report Istat sugli asili nido del 4/11/2021 – prosegue la senatrice – la spesa impegnata per i servizi educativi nel 2019 è pari a un miliardo e 496 milioni di euro, di cui solo il 18,7% è la quota rimborsata dalle rette pagate dalle famiglie. Questa cifra ha permesso la fruizione del servizio a circa 197.500 i bambini sotto i 3 anni, pari al 14,7% del totale dei loro coetanei. Se l’obiettivo è arrivare al 33% di copertura in Italia, più che raddoppiando quella attuale, mi sembra che le risorse aggiuntive stanziate non arrivino alla totale copertura del servizio”.
“L’intenzione del bando – aggiunge la Ricciardi – mi pare quella di creare l’utenza al sud partendo dall’offerta del servizio, oggi carente. Nonostante l’obiettivo senz’altro nobile, non posso che ribadire che i sindaci in questo percorso non possono essere lasciati soli nell’affrontare la gestione di un servizio nuovo che probabilmente aprirà con poca utenza e quindi una copertura da rette sicuramente più scarsa del nord Italia, dato che i costi fissi sono comunque presenti”.
“Va inoltre tenuto conto che assistiamo a un andamento ormai costante del calo demografico, che inciderà ulteriormente sulla domanda dei servizi per la prima infanzia. E va pure considerato – incalza la senatrice del M5S – che i comuni, soprattutto quelli più piccoli, hanno difficoltà nella progettazione che è costosa e non ammissibile nelle spese rendicontabili sul bando (Art. 7 comma 3 lettera d) del bando non sono ammissibili incarichi professionali esterni conferiti con procedure di affidamento avviate o concluse prima della stipula della convenzione con il Ministero dell’istruzione;). Va infine rimarcato che questo bando è uscito in concomitanza col bando mense, palestre e ampliamento delle scuole dell’infanzia. Questo probabilmente ha ulteriormente scoraggiato i comuni piccoli a progettare sul servizio più costoso nella sua gestione e dall’utenza più incerta in termini numerici”.
Le domande alla sen. Ricciardi dunque sorgono spontanee.
“Che cosa succede se i fondi del Sud non vengono assegnati? Vengono ripartiti tra i partecipanti indipendentemente dalla collocazione geografica? Oppure sarà emanato un nuovo bando? Se sì, il testo sarà identico? O verrà fatta un’analisi delle necessità delle amministrazioni? È possibile ipotizzare un rimborso delle spese di progettazione in caso di aggiudicazione? O indicare già in sede di emanazione del bando la quota che spetterà ai comuni per la gestione di un nido di numero di posti? “
“Ritengo sia fondamentale – conclude la parlamentare – capire in profondità le motivazioni che hanno portato alla mancata partecipazione e trovare soluzioni concrete affinché tutti i fondi per il sud vengano sfruttati al meglio e il PNRR rappresenti una vera e propria opportunità”.