All’Ospedale Sacro Cuore di Gesù Fatebenefratelli di Benevento si parla, già da alcuni anni, di “Medicina Rigenerativa” (attraverso l’utilizzo delle cellule staminali) che rappresenta sicuramente un superamento di precedenti metodiche, con una importante collocazione nella disciplina ortopedica, con risultati in linea con istituti italiani e universitari con cui il Fatebenefratelli di Benevento collabora.
La tecnica innovativa viene praticata con successo dall’UOC di Ortopedia della struttura sanitaria di Viale Principe di Napoli, diretta dal Dr. Salvatore D’Auria, dove da circa 4 anni sono stati trattati oltre 500 pazienti con un indice di gradimento del 95%, con un notevole impegno delle Direzioni Amministrativa e Sanitaria, di medici e infermieri di reparto e di sala operatoria.
Le Cellule Staminali sono cellule che potremmo definire Primitive, senza “identità”, in quanto non ancora differenziate, ma forse sarebbe meglio dire con “tutte le identità” – ha precisato il primario dott. D’Auria.
Queste cellule, quando ricevono uno stimolo esterno (ambiente articolare, tendineo, muscolare) si specializzano, ovvero trovano l’identità e correggono il sito dove c’è l’errore. Per fare un esempio banale è come se avessimo un muro in cui mancano dei mattoncini, un muro bucato dove la cellula staminale entra, legge il difetto e si trasforma in mattoncino chiudendo i buchi lì dove occorre. In una articolazione, in un tendine, in un muscolo, succede la stessa cosa: l’ortopedico preleva la cellula staminale dal sito donatore, la prepara e la inietta nel sito ricevente.
Non bisogna, però, pensare che siano la soluzione definitiva, perché sono efficaci in presenza di artrosi iniziale o di grado intermedio.
Il paziente va accuratamente selezionato mediante semplici step: visita ortopedica, esame radiografico e, nei casi più complessi, esame ecografico o RMN se si sospetta un impegno tendineo e/o muscolare.
L’intervento – prosegue il dott. Salvatore D’Auria – viene effettuato in sala operatoria. L’anestesista prepara il paziente con una leggera sedazione, mentre l’ortopedico effettua il prelievo ed estrapola le staminali dalle cellule del tessuto donatore mediante una serie di filtri a diametro decrescente (grasso addominale o metafisi tibiale), per poi trasferirle nel sito ricevente.
La procedura, praticata in DAY SURGERY, dura circa 30 minuti; il paziente resta in osservazione in reparto per 6 ore.
Una artrosi importante con assi articolari alterati indicano che il trattamento di scelta è sicuramente quello chirurgico protesico; in questo caso la cellula staminale risulterebbe inutile – ha concluso il Dr. Salvatore D’Auria – primario dell’UOC. di Ortopedia dell’Ospedale Sacro Cuore di Gesù Fatebenefratelli di Benevento.