Benevento – “Non sono uno spacciatore, mi ero trasferito a Benevento perché volevo cambiare vita e quella droga era per uso personale“. Così si è difeso questa mattina V.R, 56enne napoletano, in Tribunale a Benevento, dove l’imputato ha voluto rispondere alle domande del giudice monocratico Telaro chiamato a valutare le accuse di spaccio a suo carico, nel corso dell’istruttoria dibattimentale.
L’uomo fu beccato da due vice brigadieri con addosso dell’hashish, l’11 giugno 2020, intorno alle ore 13 nei pressi del Bar 2000 a Benevento. Le forze dell’ordine, notarono il 66enne cedere la droga a due giovani del posto, e in quel caso avevano ritenuto che si stesse consumando uno scambio di sostanze stupefacenti.
Al termine delle investigazioni, quindi dopo una perquisizione a casa del sospettato, vennero rinvenuti circa 40 grammi di hashish in un cofanetto, e fu contestatato all’imputato lo spaccio di sostanze stupefacenti. Per questo motivo il 56enne, difeso dall’avvocato penalista del Foro di Napoli Marika La Pietra, è stato gravato da obblighi per circa un anno. Davanti al giudice ascoltati anche i due giovani, individuati dalla Procura di Benevento, come dei semplici acquirenti e assuntori di sostanze stupefacenti.
L’avvocato Marika La Pietra al termine dell’udienza dichiara: “Stiamo parlando di soggetti tossicodipendenti che in un certo senso si “dividono” la dose. Ci tengo a sottolineare che al 31 dicembre 2017 la popolazione ristretta complessiva sul territorio nazionale era di oltre 57mila detenuti e 15mila dei quali tossicodipendenti che rappresentano il 25% della popolazione detenuta. Al 31 dicembre dell’anno successivo, quindi nel 2018, la percentuale di detenuti tossicodipendenti aumenta di 10 punti, siamo al 35%. Quello che vorrei sottolineare è che il carcere non può essere il luogo in cui queste persone vedono scorrere la propria vita, in cui l’assunzione di metadone possa essere l’unica soluzione ad una reale e concreta azione nei confronti di questi soggetti“.