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Spopolamento e qualità della vita: la condizione socio-economica e civile delle aree interne e marginali è stata al centro di una giornata di studi promossa dall’Università degli Studi del Sannio d’intesa con la Chiesa sannita che hanno rilanciato il tema delle pesanti criticità in cui versa gran parte del Paese. Il tema della crisi delle aree interne è stato molto spesso bistrattato, ma è anche diventato ormai antico tanto più che esso riguarda oltre un terzo dei Comuni del Paese e non ha alcuna diversificazione tra nord e sud (sia pure con precisi distinguo). Presso il Dipartimento Demm dell’Ateneo si è discusso di questi argomenti chiamati a dibattere la “Questione delle Aree Interne”.

Il docente dell’Unisannio Francesco Vespasiano, autore di una recente pubblicazione proprio sul tema della crisi delle aree interne, ha evidenziato come occorra: “Trovare la compartecipazione delle comunità territoriali per un impegno comune di contrasto alla crisi delle aree marginali e trovare organizzazioni per superare questo stallo”.

Poi ha aggiunto: “La crisi delle aree interne è un problema antico che riguarda una generale sottovalutazione del rilievo e dell’importanza di quei territori. La politica le istituzioni le comunità locali devono riformulare la domanda e avere persone in grado di lavorare su questo fronte e rivendicare rispetto degli impegni. Diversamente, chi non ha interessi continuerà a non tenere conto di chi ha invece bisogno e chi vuole comunque andare avanti andrà a soddisfare i propri interessi altrove: prima o poi si partirà per altri territori”. Si è partiti dal libro di Vespasiano per una riflessione e dibattito su questo annoso tema.Sanità e istruzione territoriali, per contrastare efficacemente il processo di marginalizzazione e depauperamento socioeconomico di queste aree e su cosa fare per avviare meccanismi di sviluppo integrale. Un impegno concreto verso le aree montane, interne e rurali del nostro territorio. Impegno che deve esserci anche da parte delle istituzioni locali oltre che quelle nazionali.
Vespasiano ha sottolineato che anche nelle aree più marginali è ancora più complicato intervenire per una inversione di rotta rispetto alla decadenza delle aree marginali: “La qualità della vita è un diritto costituzionale sociale e politico. Un terzo circa della popolazione deve poter godere come tutti gli altri cittadini dei servizi pubblici e di tutto ciò che è qualità della vita, ma non hanno gli stessi diritti legati alla cittadinanza italiana. Le aree costiere sono ormai ingolfate. C’è una quantità di popolazione che non riesce a gestire la quotidianità. L’Italia è un mare di aree interne. Uno spazio enorme di cui bisogna preoccuparsi. Stiamo da anni ravvivando quei diritti che i cittadini hanno bisogno”.

L’arcivescovo metropolita di Benevento, mons. Felice Accrocca, che da anni segue personalmente la dinamica della crisi delle aree interne, per combatterla ed offre notevoli spunti di riflessione su questo tema, anche per aver sollecitato anche altre Autorità religiose di tutta Italia, ha spiegato: “Dal basso creare movimento di opinione per spingere che il mondo politico a qualcosa di concreto. Coinvolgendo pezzi di un puzzle per far credere coscienza di una questione nazionale. Prima non ne parlava nessuno, noi dobbiamo creare la base culturale affinché il mondo politico prenda posizione a favore delle aree interne”.

Accrocca ha poi ammonito: “Non dobbiamo piangerci addosso, ma rilanciare quello che abbiamo per fare capire che ci si può trasferire qui, come per l’Università ad esempio. Ma per essere competitivi devono esserci mezzi di trasporto buoni altrimenti non si può aspirare ad altro”.

Per l’Arcivescovo di Cerreto Sannita e Sant’Agata de’ Goti Giuseppe Mazzafaro non è un problema solo economico ma culturale: “Lo spopolamento non deve essere una condanna, Le risorse e le capacità ci sono. Servono politiche e scelte da attuare. Molti stanno riscoprendo il valore delle aree interne. Noi con le parrocchie stiamo aiutando il valore di stare insieme sul territorio”.

Don Matteo Prodi nel suo intervento ha esortato per iniziative concrete: “Io credo sia utile mettere in campo scelte concrete. Vocazione del territorio e spingere il mondo della politica che l’Italia è fondata sul lavoro. Se muoiono le aree interne muore tutto il resto”.