Nella mattinata odierna, all’esito di una complessa attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Benevento, i militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Benevento e della Compagnia Carabinieri di Montesarchio hanno dato esecuzione ad una misura cautelare personale e reale, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Benevento su richiesta della locale Procura, nei confronti di tre soggetti, uno di questi il sindaco di Tocco Caudio, sottoposti rispettivamente alla “custodia cautelare in carcere”, agli “arresti domiciliari” ed all’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria”, poiché gravemente indiziati dei reati di turbata libertà degli incanti e trasferimento fraudolento di valori.
La complessa attività di indagine, coordinata dalla Procura di Benevento, condotta mediante l’assunzione di sommarie informazioni, l’acquisizione di copiosa documentazione, l’esecuzione di attività di osservazione controllo e pedinamento, l’esecuzione di intercettazioni telefoniche e ambientali, l’esame di tabulati telefonici e telecamere, consentiva di acquisire significativi e convergenti elementi indiziari nei confronti del sindaco di un comune della provincia di Benevento, al quale è stata applicata la misura cautelare degli arresti domiciliari, in ordine alla sistematica attuazione di un personale modus operandi volto a turbare la regolarità di alcune procedure pubbliche del relativo Comune.
In primo luogo, l’indagine consentiva di acquisire gravi indizi in ordine all’avvenuta turbativa della gara d’appalto relativa ai lavori di messa in sicurezza e di sistemazione idraulico – forestale di una strada, resa possibile grazie alla ritenuta collusione tra il Sindaco ed un Vigile Urbano – quale membro della commissione di gara, al quale è stata applicata la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla P.G. – che permetteva di individuare a monte l’impresa aggiudicataria, il cui titolare era legato al Sindaco da un rapporto di asservimento, tanto che durante il periodo di pubblicazione del bando e prima dell’aggiudicazione, il primo cittadino commissionava informalmente all’imprenditore piccoli lavori di manutenzione stradale per accontentare il proprio elettorato e che l’imprenditore eseguiva a titolo di favore.
In secondo luogo, il prosieguo delle indagini consentiva di acquisire gravi indizi in ordine all’avvenuta turbativa della procedura di gara “per l’affidamento del servizio di accoglienza integrata per i minori stranieri non accompagnati” attraverso la costituzione di una ATI (associazione temporanea di imprese) promossa in prima persona dal Sindaco, che si adoperava per la formazione, la costituzione e la partecipazione della stessa ATI alla gara. Nella circostanza il medesimo primo cittadino, prima ancora della pubblicazione del bando, individuava l’immobile da destinare all’accoglienza dei minori, nella consapevolezza che i locali non fossero ancora idonei alla ricezione degli ospiti, ed aveva altresì scelto la cooperativa sociale che avrebbe dovuto vincere la citata gara d’appalto, promuovendo la costituzione della stessa in una ATI di cui sceglieva personalmente i partecipanti. Tuttavia non si giungeva alla prevista aggiudicazione unicamente per una difficoltà tecnica riscontrata dall’ATI promossa dal Sindaco nell’inserimento della domanda al sistema MEPA.
Gravi indizi venivano raccolti anche in ordine alla turbativa della procedura di “affidamento del servizio di raccolta, trasporto, recupero e smaltimento dei rifiuti urbani ed assimilati” del medesimo Comune, affidata a marzo 2022 all’impresa che risultava già affidataria del servizio, in violazione del principio di rotazione, attuando una effettiva alterazione concorrenziale dell’affidamento, in quanto l’impresa aggiudicataria risultava l’unico operatore economico a rispondere alla richiesta di negoziazione del Comune e venendo aggiudicata la gara alla stessa per un periodo di due anni, coincidenti con il termine del mandato del Sindaco ed inferiore al termine inizialmente ipotizzato dallo stesso, abbassando di fatto l’importo posto a base della gara e quindi consentendo di svolgere una procedura negoziata con invito di almeno 5 operatori. Inoltre, per ottenere l’aggiudicazione, il legale rappresentante dell’impresa aggiudicataria, notoriamente già sottoposta a sequestro preventivo e amministrazione giudiziaria in altro procedimento, ometteva di indicare tale condizione della società nella domanda di partecipazione alla gara; il reale dominus della predetta società aggiudicataria veniva sottoposto alla misura cautelare della custodia in carcere.
Le ulteriori attività d’indagine permettevano di raccogliere gravi indizi in ordine al trasferimento fraudolento di valori posto in essere dal citato indagato, già destinatario di analoghe misure per fatti della stessa specie, in relazione alla fittizia attribuzione della titolarità formale delle quote societarie di un’impresa a due soggetti prestanome, al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali. All’indagato veniva applicata dal GIP la misura della custodia cautelare in carcere.
Veniva altresì eseguito il sequestro preventivo, disposto dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Benevento su richiesta della locale Procura, della predetta società, compresi gli asset aziendali, i beni strumentali, i beni mobili e immobili alla stessa intestati.
Nell’ambito del medesimo procedimento sono state effettuate numerose perquisizioni e risultano indagati per i medesimi reati anche altri 10 soggetti che saranno interrogati nei prossimi giorni.
Il provvedimento eseguito è una misura cautelare disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione ed i destinatari dello stesso sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunti innocenti fino a sentenza definitiva.