E’ stato discusso oggi, davanti al gip di Milano Ileana Ramundo, il caso della strana morte del ginecologo campano Stefano Ansaldi, trovato sgozzato il 19 dicembre 2021 vicino alla stazione Centrale. La Procura ha chiesto di archiviare la vicenda ritenendo, dopo complesse e accurate indagini, che si sia trattato di un suicidio, mentre i legali della famiglia del medico si sono opposti e chiedono che il giudice riapra le indagini.
L’inchiesta, condotta dai carabinieri, di cui era titolare il pm Adriano Scudieri (ora alla Procura Europea), e poi passata all’aggiunto Laura Pedio e al pm Cecilia Vassena, ha scandagliato tutti gli aspetti, arrivando alla conclusione che si è trattato di un dramma personale. Anche se si è lavorato per accertare ogni elemento anche su un possibile omicidio in una vicenda piena di particolari strani.
Un pool di esperti medico legali nominati dalla Procura aveva già concluso per l’ipotesi del “gesto autolesivo“, mentre la famiglia, coi legali Luigi Sena e Francesco Cangiano, è sempre stata convinta che il 65enne sia stato ucciso e, secondo la consulenza di parte, da una persona che aggredendolo alla spalle gli ha reciso la gola.
Dalle indagini, però, è emerso che i testi, che hanno visto cadere a terra il medico sotto un’impalcatura in via Macchi, non hanno visto il presunto aggressore scappare. Le telecamere di sorveglianza non hanno inquadrato persone sospette in fuga.
Vicino al corpo sono stati ritrovati il Rolex di Ansaldi (aveva difficoltà finanziarie ed era arrivato quel giorno col treno da Napoli) e una valigetta con pochi oggetti personali. Ansaldi indossava guanti in lattice e sul coltello non sono state trovate impronte. Si è cercato di capire se quel giorno il ginecologo avesse un appuntamento, ma dalle indagini non sono arrivate conferme.
I familiari hanno chiesto di riaprire l’inchiesta con nuovi accertamenti, anche medico legali, e approfondendo una pista economica: dai “bonifici all’estero” alle segnalazioni di operazioni sospette “trasmesse da alcune banche” per capire se questo “fiume di denaro” possa aver rappresentato “un movente”.
Il giudice deciderà nei prossimi giorni.
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