Le nuove tecnologie e l’esperienza consolidata di validi professionisti sono il valore aggiunto che garantisce la migliore assistenza per il paziente affetto da neoplasia, consentendo risultati inaspettati e quasi impossibili fino a qualche anno fa.
Lo conferma il lieto epilogo della vicenda del 51enne che, a distanza di pochi giorni, è stato sottoposto a due interventi: con l’utilizzo della chirurgia laparoscopica prima per l’asportazione di un rene e quella robotica poi per l’asportazione di una voluminosa metastasi al fegato
Insieme alla chirurgia laparoscopica, quella robotica è uno dei fiori all’occhiello della Casa di cura Cobellis, punto di riferimento regionale e non solo, per l’utilizzo di questa tecnica nel trattamento delle neoplasie.
L’ultimo intervento, in ordine di tempo, è stato effettuato su un paziente con tumore renale dx che presentava anche una voluminosa metastasi al fegato.
Giovanni, questo il nome del 51 enne, è stato operato dall’urologo dott. Aniello Cavaliere, direttore dell’Unità Funzionale di Urologia, per l’asportazione del rene con tecnica laparoscopica e, dopo appena due giorni è tornato in sala operatoria dove il Prof Cristiano Huscher, con la tecnica robotica, gli ha asportato una voluminosa metastasi al fegato.
Il Prof Huscher, Direttore della Chirurgia Oncologica Robotica e Nuove Tecnologie della Clinica Cobellis, utilizzando il Robot Da Vinci di ultima generazione in dotazione alla nostra struttura, ha potuto asportare la metastasi senza alcuna perdita di sangue. Il paziente a soli due giorni dall’intervento robotico ha potuto essere dimesso.
Di certo non è comune subire due interventi, peraltro anche abbastanza complessi, in soli due giorni, ma di certo questo è possibile grazie alla dotazione strumentale di altissima qualità e di nuovissima generazione della Cobellis ed all’alta specializzazione dei chirurghi e del personale sanitario che li assiste.
“La coordinazione tra urologia e chirurgia robotica apporta notevoli vantaggi perché porta alla risoluzione di gravi patologie che interessano sia il distretto urologico che quello chirurgico. – dichiara il dottor Aniello Cavaliere. E’ quanto abbiamo applicato eseguendo l’intervento in laparoscopia per le grandi dimensioni della neoplasia che ha richiesto l’asportazione del rene destro e quindi in un secondo momento, procedere con la chirurgia robotica”.
“È importante ricordare che la chirurgia robotica consente la resezione multiorgani e che, unita alla ricostruzione tridimensionale degli organi, è in grado di eseguire interventi molto complessi con minimo trauma per i pazienti. Tale tecnica è di particolare importanza nel fegato nel pancreas ed in chirurgia polmonare”-ha precisato il prof Huscher.
Sono diversi i vantaggi di questa tecnica: innanzitutto non si formano aderenze; eseguendo la procedura col robot, usufruiamo dell’intelligenza artificiale per avere una “visione tridimensionale” dell’organo, rendendolo trasparente e consentendone la navigazione all’interno: questo ci consente di asportare fino a 6/7 metastasi, anche di dimensioni micro e comunque non visibili all’occhio umano.
“L’altra particolarità è che eseguendo la manovra di Pringle, occludendo meccanicamente la vena porta e l’arteria epatica, lavoriamo su un organo asciutto e“pulito” ed inoltre non si formano aderenze.
L’aspetto positivo è che l’intervento è ben tollerato dal paziente che non deve osservare lunghi digiuni, se non quello prima dell’intervento e qualche ora nel post operatorio.
Nel caso specifico di Giovanni, un altro aspetto positivo è la riduzione del trauma chirurgico, “spezzato” in due tempi, con l’intervento in chirurgia laparoscopia prima e poi con quella robotica, riuscendo così ad essere meglio tollerato”.– conclude il prof. Huscher