Come il fuoco che cova sotto le ceneri. Si avvicina la data di scadenza per ottenere l’alloggio promesso ma all’orizzonte pare esserci una nuova proroga e per le 52 famiglie in attesa di un casa del complesso di via Liborio Pizzella, nel quartiere di Capodimonte è di nuovo momento di far sentire la propria voce.
Di seguito il comunicato delle famiglie assegnatarie.
“Gli assegnatari degli alloggi di nuova costruzione in contrada Capodimonte esprimono il totale dissenso alle ultime azioni messe in atto da comune e Acer annunciando uno stato di agitazione. Da tempo che aspettiamo la consegna delle chiavi di alloggi già rifiniti in tutto e per tutto. Durante l’assegnazione del settembre scorso ci era stata annunciata una data non certa ma che si avvicinava al Natale 2022. Poi, a causa di carte mancanti e inadempienze burocratiche, ci è stato dato un cronoprogramma che riguardava eventuali collaudi, finitura del cantiere e consegna degli alloggi. Quest’ultima fissata per il periodo compreso tra il 15 maggio e il 30 maggio 2023. Con nostro grande dispiacere, e creando non pochi disagi alle famiglie assegnatarie, siamo rimasti con il cerino in mano visto che il cronoprogramma è saltato per via di altre problematiche come allacci Enel e altro. Famiglie già con valigie in mano e sfratti in corso che hanno dovuto accontentarsi di alloggi di fortuna di famigliari per non restare per strada nonostante avevano una casa popolare assegnata e definita. La data è slittata nel periodo attuale, tra il 20 e il 25 giugno. Quando tutto sembrava finire, l’ennesima beffa. Solo oggi, e a pochi giorni dalla consegna delle chiavi, Acer si accorge che un terreno deve essere ancora espropriato e che se non avviene l’atto notarile, la consegna non può avvenire. Una situazione che mette ansia e agitazione alle famiglie che ancora non riescono a vedere l’alba. E questa è solo la punta dell’iceberg dei problemi che stanno vivendo le famiglie in queste ore. Ci vediamo costretti a resettare i buoni rapporti che volevamo mantenere con le varie istituzioni che seguono la vicenda, ma il momento di scherzare sulla pelle delle famiglie è finito. Noi vogliamo le nostre case e le nostre chiavi e soprattutto una risposta di una data che non superi il mese di giugno e soprattutto la vogliamo nel più breve tempo possibile. Siamo disposti ad attendere ancora 48 ore, poi le famiglie metteranno in atto azioni forti. Basta chiacchiere vogliamo le nostre chiavi. Ora”.
Due giorni di attesa e poi le famiglie sono pronte a istituire un presidio presso il complesso abitativo e mettere in atto azioni forti.
“Ci sono poche cose da fare in queste case e possono completare anche con le famiglie all’interno. Non pensiamo sia un problema“.