Sabato 23 marzo, al Teatro Comunale “Vittorio Emanuele” di Benevento, è andato in scena lo spettacolo “(La) Bellezza ci salverà”, testo e regia di Francesca Castaldo, interpreti Alda Parrella, Ilaria Masiello e la stessa autrice.
Rumori e suoni di una lite, oggetti che si rovesciano, uno schiaffo e una porta che sbatte aprono la pièce. Una donna incredula e sgomenta per il colpo appena ricevuto cerca di giustificare quel gesto inaspettato, di trovare inesistenti motivazioni per perdonare, ma un’altra donna entra in scena e la incoraggia a scappare, come fosse un saggio grillo parlante o un giudizioso alter ego, la invita a riflettere su quello schiaffo che non sarà l’ultimo. Sullo sfondo la proiezione di un collage di foto e articoli di giornali, sui cui scorre un lungo elenco di nomi di donne vittime di femminicidio, vuole essere un omaggio a tutte quelle vite spezzate ma anche un monito: uno schiaffo è solo l’inizio e la prossima volta potrebbe essere l’ultima!
Nel quadro successivo, un’altra donna entra in scena pronunciando altri nomi di donne, altre vittime, di un tempo passato, ma vittime della stessa grettezza mentale che vuole la donna chiusa e repressa in arcaici stereotipi.
E’ Bellezza Orsini, una donna vissuta tra la fine del ‘400 e la prima metà del ‘500, anticonformista, libera e coraggiosa, processata per stregoneria nel 1528, si toglierà la vita in prigione prima di andare al rogo. Un gesto estremo con cui rivendica ancora una volta, per l’ultima volta, la sua libertà.
Bellezza, interpretata dall’attrice Francesca Castaldo, che è anche autrice del testo, racconta la sua storia di erborista invisa agli uomini del tempo perché “scandalosamente” libera ed emancipata. Ripercorre la condizione femminile nei secoli fino ai giorni nostri, mettendo in correlazione il passato con un presente in cui, come lei stessa dice, “ancora la donna deve lottare per vedersi riconosciuti diritti che dovrebbero essere naturali”. Donne, ancora oggi, trattate come “cose” da possedere, manipolare e punire, quando sfuggono al controllo di uomini affetti dalla smania di prevaricazione.
Bellezza invita a guardarlo tutto il mondo, “non solo qua”, a riflettere su quei posti nel mondo in cui i diritti delle donne vengono calpestati ogni giorno.
Ma non parla solo di donne Bellezza. Prende spunto dalla sua personale storia di donna emarginata e ingiuriata perché “diversa”, “troppo avanti” e non in linea con la bigotta mentalità del suo tempo, per andare oltre la violenza di genere e aprire la riflessione sui temi dalla mancanza di pari opportunità e dell’intolleranza verso il diverso, visto, spesso, come qualcosa da escludere, reprimere o sopprimere addirittura.
“Il mondo – dice Bellezza – non è fatto solo di generi maschili e femminili, né di singoli o di singolari ma di tanti plurali tutti diversi tra loro” e solo accogliendo la diversità come un’opportunità di crescita e di scambio potremo coglierne la bellezza. Quella bellezza che salverà il mondo evocata da Dostoevskij, un insieme di armonia, grazia e equilibrio, uniche potenze contro il caos della realtà.
Passato e presente si rincorrono e si intrecciano mettendo in evidenza ingiustizie e contraddizioni di ieri e di oggi e offrendo spunti di riflessione, non solo sulla condizione femminile e sulla parità di genere, ma anche su temi attuali quali l’intolleranza, l’emarginazione e la mancanza, spesso, di pari opportunità.
Un testo decisamente interessante. Bella l’idea di una donna che dal passato si affaccia sul presente e si accorge, con rammarico, che per quanti passi avanti siano stati fatti…tanti altri se ne devono ancora fare.
Appassionata e accattivante l’interpretazione di Francesca Castaldo che porta in scena una Bellezza Orsini libera, coraggiosa, fiera, intelligente e ironica, e che riesce, con mestiere, anche a superare alcuni imprevisti scenici.
“E’ stato un lavoro impegnativo ma anche molto entusiasmante” afferma in una nota l’attrice, anche autrice e regista della pièce.
“Isabella/Bellezza – dice – mi ha estremamente affascinato, volevo rendere omaggio al suo indomito coraggio e lei con la sua storia mi ha guidato nella stesura del testo, sentivo come se Isabella volesse davvero dialogare con il presente. Attraverso Bellezza, e insieme a lei, volevo levare un grido contro le ingiustizie e l’intolleranza che hanno attraversato i secoli e che, ancora oggi, imperversano nella società. Mi auguro che il mio/nostro grido abbia smosso qualche riflessione. Sono felice di aver portato in scena questo spettacolo, è stata per me una grande sfida. Sono molto soddisfatta, ma anche profondamente autocritica e, in alcuni momenti, ho ravvisato mancanza di un po’ di ritmo scenico. La mia, spero, prossima “Bellezza” sarà certamente più ”dinamica”” – conclude
Brave le attrici Alda Parrella e Ilaria Masiello che nel prologo e nell’epilogo della pièce rivendicano una libertà che può essere riconquistata, pur passando, a volte, attraverso momenti di buio e profondo turbamento; e incoraggiano le donne a non lasciarsi sopraffare dallo smarrimento e dalla paura.
Lo spettacolo, ricordiamo, era l’evento conclusivo della manifestazione di tre giorni contro la violenza sulle donne dal titolo “LiberaMente Donna”, promossa e ideata dall’Associazione culturale Mediaction e prodotta dalla Video.Team con il patrocinio del Comune di Benevento.
La manifestazione, nelle tre mattinate di convegno, ha visto la partecipazione delle maggiori rappresentanze istituzionali del territorio e tante professionalità in prima linea contro la violenza di genere, che si sono confrontate sul tema, offrendo importanti spunti di riflessione.
Molto toccanti i momenti in cui due donne hanno condiviso la propria personale esperienza di violenza, sottolineando i segnali d’allarme a cui prestare attenzione e portando con la loro storia di denuncia e riscatto un messaggio di speranza.