Nuovi sviluppi emergono nel caso di Annarita Taddeo, vittima di un tentato omicidio e rapina avvenuto l’11 novembre 2023 a Benevento. La Procura della Repubblica di Benevento, guidata dal Procuratore Gianfranco Scarfò e dal sostituto procuratore Licia Fabrizi, ha ordinato un accertamento tecnico irripetibile sul motociclo utilizzato dagli aggressori, fondamentale per la ricostruzione dei fatti. In particolare, l’analisi è stata condotta dalla polizia scientifica di Napoli, che ha applicato un innovativo metodo di rilevamento delle impronte, utilizzando il cianoacrilato, un composto chimico che evidenzia eventuali tracce lasciate sulle superfici. Nonostante le attese, l’analisi del motociclo non ha restituito impronte utili, lasciando gli inquirenti con un ulteriore mistero da risolvere. La perizia non ha infatti rivelato tracce di impronte che possano collegare direttamente gli indagati al crimine. Tuttavia, questo esito non ha fermato le indagini, che continuano a concentrarsi su altri elementi, tra cui l’identificazione delle armi utilizzate, in particolare una pistola calibro 6.35, e il ruolo di ognuno degli indagati nel pianificare e eseguire l’aggressione.
Al centro dell’inchiesta ci sono Nicola Fallarino, 40 anni, ex compagno della vittima, e S. G., il 37enne di Benevento ritenuto l’esecutore materiale del crimine, ma anche altri complici che avrebbero supportato l’azione in modo logistico. Il piano di vendetta, che ha portato all’aggressione, è stato orchestrato da Fallarino, che, non accettando la fine della loro relazione, ha deciso di mettere in atto una cruenta vendetta. Fallarino ha dato l’incarico S. G., attualmente detenuto per altra causa presso la Casa Circondariale di Benevento. L’indagine ha rivelato che il suo ruolo è stato centrale nell’intera vicenda. Il 37enne avrebbe agito con premeditazione, seguendo un piano orchestrato da Fallarino. L’11 novembre del 2023 all’alba, dopo aver raggiunto il secondo piano dell’abitazione della vittima, il 37enne ha fatto irruzione armato di una pistola calibro 6.35 e travisato con un casco ha sparato un colpo diretto alla testa della donna, colpendola alla regione frontale sinistra. Nonostante il grave trauma cranico subito la Taddeo è riuscita a sopravvivere grazie ai tempestivi soccorsi.
L’indagine ha rivelato che il 37enne, pur essendo l’esecutore materiale, non ha agito da solo. Al suo fianco c’erano altre tre persone, tra cui M. V., 28 anni, e A. B., 47 anni, già noti alle forze dell’ordine, nonché A. P., 42 anni, tutti coinvolti nel crimine come complici logistici. Oltre al tentato omicidio, gli indagati sono accusati di rapina, in quanto, dopo l’aggressione, si sarebbero impossessati di beni appartenenti alla vittima, tra cui due telefoni e 2.000 euro dalla borsa della vittima.
Gli indagati sono assistiti dagli avvocati: Claudio Fusco, Marianna Febbraio, Antonio Leone, e Fabio Ficedolo. La Procura sta proseguendo con le operazioni investigative, cercando di fare chiarezza su ogni dettaglio del crimine e verificare eventuali responsabilità ulteriori.