Benevento – Quando le lancette della storia tornano indietro e tutti ci sentiamo impotenti e angosciati dalle giornate oscure che stiamo vivendo, ancora vacillanti tra gli strascichi sfilacciati di un’emergenza sanitaria planetaria ancora confusa e sfiancante, e ci ritroviamo improvvisamente catapultati in un incubo inimmaginabile, ancora peggiore, sull’orlo del baratro assurdo di una guerra nel cuore del nostro continente, l’unica risposta possibile deve sempre e comunque essere di natura culturale. E allora dobbiamo scommettere ancora una volta sulla musica, la forza universale che può sconfiggere l’ignoranza, la violenza e l’ottusità, veicolando i valori comuni che ci rendono cittadini del mondo degni di questo nome; messaggi di amicizia, rispetto, pace, fratellanza, comprensione, condivisione, contro guerra, odio, paura e disperazione. Anche davanti allo scempio e alla follia e proprio per contrastarli, la musica, l’arte, la creatività, la bellezza devono continuare a svolgere con sempre maggiore convinzione, il loro compito più importante, comunicare legami, emozioni, sentimenti, costruire ponti, ricordarci la nostra umanità.
E la musica continua domenica 27 febbraio, all’Auditorium Sant’Agostino alle ore 19:00, con l’Accademia di Santa Sofia che, per il secondo appuntamento del suo ricco e prestigioso cartellone 2022, dopo il successo d’apertura con Una notte all’Opera, cambia registro e si gioca la carta del jazz con la star Fabrizio Bosso.
La fruttuosa collaborazione tra Accademia e Università degli Studi del Sannio, rilancia infatti con Jazz Night Concert, in cui lo special guest Fabrizio Bosso affiancherà l’ensemble “Igor Caiazza New Quartet”: con la preziosa partecipazione di Nico Gori al clarinetto e sax, Claudio Filippini al pianoforte, Aldo Vigorito al contrabbasso e Igor Caiazza alla batteria.
Il programma musicale sarà preceduto dal Rettore dell’Ateneo Sannita Gerardo Canfora che in un breve intervento tratterà il tema: Il fuoco, l’algoritmo.
Un sostanzioso palinsesto, dalla programmazione variegata, eterogenea e prodiga di spunti di riflessione, quello realizzato quest’anno dall’Accademia di Santa Sofia in sinergia con l’Università degli Studi del Sannio, sempre grazie alla direzione artistica di Filippo Zigante e Marcella Parziale e alla consulenza scientifica di Marcello Rotili, Massimo Squillante e Aglaia McClintock.
L’ingresso è consentito, fino a esaurimento posti, secondo normativa anticovid, con mascherina e green pass.
Biografia
Impossibile citare qui tutta la carriera di Fabrizio Bosso. Nasce a Torino il 5 novembre 1973, imbraccia la sua prima tromba all’età di cinque anni e a quindici si diploma al Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino. Grazie al padre Gianni, trombettista autodidatta, si avvicina al jazz ma è sui dischi dei cantautori italiani, tanto amati dalla madre Marina, che sperimenta le sue prime improvvisazioni.
A Torino ancora studente comincia a frequentare nomi di caratura internazionale come Oscar Valdambrini, Enrico Rava e poi Flavio Boltro, con cui partecipa alla sua prima jam session, lo stesso anno in cui si diploma al Conservatorio.
Successivamente approfondisce i suoi studi musicali in Italia e all’estero.
A 24 anni viene chiamato da Maurizio Giammarco per il progetto dedicato a Chet Baker e sale per la prima volta sul palcoscenico di Umbria Jazz nel luglio del 1997. L’anno dopo è ingaggiato per quattro concerti nel tour italiano della Carnegie Hall Orchestra diretta da John Faddis.
Viene notato da Enrico Pieranunzi, uno tra i più apprezzati pianisti al mondo, che lo chiama nel suo gruppo. Segue la pubblicazione di “Enrico Pieranunzi & Horns: Evans Remembered”.
Dopo poco nasce il quintetto High Five, per diversi anni, una delle formazioni di punta della nuova generazione del jazz italiano. E con il sassofonista Daniele Scannapieco, Julian Oliver Mazzariello prima e Luca Mannutza poi al pianoforte, il contrabbassista Pietro Ciancaglini e il batterista Lorenzo Tucci, pubblicano 4 album: “Jazz for More”, “Jazz Desire”, “Five For Fun”, “Split Kick”.
Nel 2006 registrano “Handful of Soul” disco della consacrazione al successo di Mario Biondi
Testimonianza di un altro incontro felice è “Once I Loved”, il disco pubblicato in duo con Irio De Paula nel 2003. Il chitarrista brasiliano, profondo conoscitore della tradizione jazzistica e fine compositore, trasferitosi in Italia a metà degli anni settanta, consente al giovane trombettista di avvicinarsi e appassionarsi alla musica brasiliana.
Negli anni sono stati molti i dischi incisi, sia come leader sia come special guest. Numerose sono state le formazioni con le quali ha percorso un tratto di strada, arricchendo a ogni passo il proprio linguaggio e la propria ispirazione.
Le collaborazioni importanti nel panorama jazz sono state innumerevoli: Dino Piana, Marco Tamburini, Dee Dee Bridgewater, Dianne Reeves, Rita Marcotulli, Stefano Di Battista, Enrico Rava, Furio di Castri, Rosario Bonaccorso.
Non mancano le partecipazioni, come solista, a progetti orchestrali guidati da direttori eccellenti come Wayne Marshall, Maria Schneider, Ryan Truesdell.
Dotato di una tecnica strumentale ineccepibile e di un lirismo capace di far risuonare le corde più profonde nell’anima di qualsiasi ascoltatore, ha sviluppato la sua crescita artistica e la sua carriera confrontandosi con tutti i generi musicali, pur rimanendo sempre fedele alla propria radice jazzistica.
Collabora infatti anche con importanti artisti di grande successo come Claudio Baglioni, Mario Biondi, Sergio Cammariere, Simona Molinari, Raphael Gualazzi, Nina Zilli. Renato Zero, Zucchero, Tiziano Ferro, Joe Barbieri, Franco Califano, Fabio Concato e Fiorella Mannoia. Con Cammariere e Zilli partecipa anche al Festival di Sanremo.
Rigoroso e instancabile si esibisce nei palchi di tutto il mondo, portando con sé una grande ricchezza melodica e la cantabilità tutta italiana, che unita alla profonda conoscenza della tradizione afroamericana e alla costante attenzione a tutto ciò che di nuovo si muove sulla scena musicale internazionale, rende il suono della sua tromba unico e immediatamente riconoscibile. Numerosi i premi e riconoscimenti ottenuti negli anni.
Accanto alle formazioni stabili Fabrizio prosegue la sua attività di ricerca attraverso tante partecipazioni, dalle quali raccoglie stimoli diversi e preziosi per il suo cammino artistico. Come i lavori in cui la musica incontra parole o immagini, tra i quali “Il Sorpasso in Jazz”, con la sonorizzazione live in quartetto su immagini tratte dal celeberrimo film di Dini Risi. E inoltre “Concerto per Jack London”, spettacolo costruito sull’ adattamento del racconto The Game dello scrittore statunitense elaborato da Silvio Castiglioni, che ne è anche voce narrante, accanto alla tromba di Fabrizio e alla fisarmonica di Luciano Biondini. O ancora “Shadows, Omaggio a Chet Baker”, dove la voce inconfondibile di Massimo Popolizio s’intreccia con la tromba e con il pianoforte di Julian Oliver Mazzariello.
Nico Gori clarinettista, sassofonista e compositore toscano
È uno dei sassofonisti e compositori italiani più apprezzati nel panorama musicale.
Nato a Firenze nel 1975. Inizia lo studio del clarinetto all’ età di sei anni e a diciotto si diploma presso il Conservatorio Luigi Cherubini di Firenze, sotto la guida di Dave Liebman e Tony Scott. L’anno dopo esegue il compimento medio inferiore studiando sassofono e piano.
Sotto la guida del professor Mario Grossi, a pieni voti consegue il diploma in Musica Jazz presso il Conservatorio Pietro Mascagni di Livorno.
Nella sua carriera Nico Gori tiene numerosi concerti sia come solista sia con orchestre sinfoniche, big band e formazioni jazz in qualità di leader o side-man, spaziando dalla musica classica al jazz, dal funky all’acid jazz, esibendosi in teatri, club, festival, trasmissioni radio e televisive in tutto il mondo.
Dal 1998 pubblica album, partecipando ai lavori di grandi artisti con formazioni jazzistiche, funk e pop, partecipando anche alla realizzazione di jingle pubblicitari e brani per la Rai.
Collabora con musicisti di grande fama quali tra cui Fred Hersch, Tom Harrell, Lee Konitz, Chicago Underground, Enrico Rava, Stefano Bollani, Renato Sellani, Antonello Salis, Bruno Tommaso, Paolino Dalla Porta, Gianluca Petrella, Roberto Gatto, Ellade Bandini, Ares Tavolazzi, Sandro Gibellini, Massimo Moriconi e con cantanti pop quali Anna Oxa, I Dirotta su Cuba, Fabio Concato e Gino Paoli.
Con l’Associazione Pisa Jazz e Francesco Mariotti, nel 2015 ha creato la “Nico Gori Swing 10tet”, una “small band” composta da 10 musicisti che propone un repertorio swing, con brani originali o arrangiamenti personali, che si rifà alle serate da ballo dell’America degli anni ’30 e ’40. Tre i dischi registrati, “Dancing Swing Party”, “Swingin’ Hips”, “The tentet is coming to town” con molteplici esibizioni in festival e rassegne in Italia. Il gruppo vanta importanti collaborazioni con artisti del calibro di Renzo Arbore, Stefano Bollani, Rossana Casale, Fabrizio Bosso e Drusilla Foer, con cui ha inciso e si è esibito in alcuni tra i più prestigiosi festival jazz italiani tra cui Umbria Jazz, Ancona Jazz e Ravenna Jazz.
Igor Caiazza: Compositore e Arrangiatore, Percussionista Classico e Vibrafonista Jazz, lavora dal 2008 al Teatro Alla Scala. Ha lavorato sei anni come Principale Percussionista della Mahler Chamber Orchestra (Claudio Abbado).
Ha collaborato con la Philhamonia Orchestra di Londra, Orchestre de l’Opéra National de Paris, Orchestre National De France, Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, Wiener Symphoniker, Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Orchestra della RAI A Torino, Orchestra dell’ Arena di Verona e Orchestra del Teatro San Carlo di Napoli.
Ha suonato nei più prestigiosi Teatri del Mondo con Claudio Abbado, Pierre Boulez, Lorin Maazel, Daniel Barenboim, Zubin Mehta, George Pretre, Riccardo Muti, Valery Gergiev, Sir John Eliot Gardiner, Daniele Gatti, Myung-Whun Chung, Esa-Pekka Salonen, Alan Gilbert, Antonio Pappano, Gustavo Dudamel, Daniel Harding, Fabio Luisi, Maurizio Pollini, Martha Argerich, Mischa Maisky, Lang Lang, Leonidas Kavakos, Bobby McFerrin, Placido Domingo, Josè Carreras, Andrea Bocelli, Stefano bollani e molti altri, registrando CD e DVD per le etichette Decca, Sony Music e RAI.
Dal 2013 al 2016 Igor Caiazza è stato insegnante della Mahler Chamber Orchestra Academy a Barcellona, in Germania e in Australia, e ha tenuto regolarmente Masterclass presso l’ Orchesterzentrum di Dortmund (Germania). Nel 2016 è stato insegnante di Percussioni della XVII Accademia Gustav Mahler di Bolzano (presidente onorario Claudio Abbado) e dal 2013 al 2016, e ancora nel 2018, è stato Percussion Tutor della Jové Orquesta Nacional de Catalunya di Barcellona.
Ha studiato inoltre Composizione con Lucia Ronchetti e ha collaborato a Teatro e nel Jazz con Rondò Veneziano, Alessio Boni, Elio (da Elio e le Storie Tese), Nicola Piovani, Tullio De Piscopo, Julian Oliver Mazzariello, Alessandro Lanzoni, Mauro Ottolini, Gabriele Evangelista, Amedeo Ariano, Aldo Vigorito, Giovanni Amato, Alfonso Deidda, Jerry Popolo, Carlo Fimiani, Antonio De Luise, Stefano Giuliani, Tommaso Scannapieco, e altri.