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Il 7 settembre ricorre l’anniversario della stigmatizzazione di Padre Pio, avvenuta, per la prima volta, il 7 settembre del 1910, poco più di un mese dopo la sua ordinazione sacerdotale.

La stigmatizzazione di Padre Pio è avvenuta in uno dei luoghi più cari alla sua memoria Pietrelcinese: sotto la capanna di paglia costruita dai fratelli e dai parenti all’ombra di un grande Olmo situato al centro del piccolo podere dei Forgione. Il luogo è stato sempre frequentato dal giovane frate cappuccino, fin da quando era pastorello a Piana Romana. Tornato a Pietrelcina per motivi di salute, verso la metà del mese di maggio 1909, fra Pio si reca spesso a Piana Romana, dove l’aria salutare della bassa collina giova non poco ai suoi polmoni malati. Si rifugia all’interno della capanna di paglia all’ombra dell’Olmo, o nella masseria di famiglia, oppure si siede su due spuntoni di roccia che emergono dal terreno di famiglia, raccogliendosi in preghiera, nella lettura dei testi di teologia e di spiritualità, oltre che delle vite dei santi, in modo particolare di Gemma Galgani, una santa la cui esistenza e il cui itinerario mistico mostrano non pochi punti di contatto con il frate di Pietrelcina.

Durante una di queste soste prolungate sotto l’Olmo di Piana Romana, che il giovane Padre Pio riceve quelle che lui chiamerà sempre I Monili dello Sposo: le stigmate. L’arciprete di Pietrelcina confiderà, in seguito, alla nipote Graziella: “Nel pomeriggio del 7 settembre 1910, stando padre Pio sotto l’olmo di Piana Romana in preghiera e per prendere fresco, si presentarono Gesù e la Madonna e gli donarono le sacre stimmate”. Le stigmate scompariranno solo visibilmente, ma saranno sempre impresse all’interno del suo corpo, per riapparire visibilmente a San Giovanni Rotondo il 20 settembre del 1918. Per 58 anni, fino alla sua morte, Padre Pio soffrirà in maniera indicibile, perdendo sangue dalle ferite: notte e giorno. Scompariranno a poche ore dalla sua morte, senza lasciare alcuna traccia di cicatrice nella sua carne nivea, quasi come se non le avesse mai avute. La scomparsa graduale delle stigmate rivela la compiutezza di una missione portata a termine: essere vittima con Cristo, disteso sulla stessa croce del “Biondo Nazareno”.

Le lesioni presenti sul corpo di Padre Pio per circa 58 anni, avrebbero dovuto, certamente, procurargli danni più gravi, come infezioni e necrosi, con conseguenti sensazioni sgradevoli, a livello olfattivo, specialmente in coloro che sono stati a contatto con Lui.  Niente di tutto questo: in tutta la sua esistenza Padre Pio è stato sempre circondato da confratelli, figli spirituali e folle di fedeli, e nessuno ha mai avvertito queste sensazioni sgradevoli.  Invece, è riconosciuto da tutti che Padre Pio emanava un profumo indecifrabile, non raro nelle vite dei santi, come nel caso di Francesco d’Assisi e Teresa d’Avila. Vari medici hanno avuto modo di incontrare Padre Pio e di esaminare le sue misteriose lesioni. Il primo di questa schiera è il suo conoscente ed amico, il dott. Andrea Cardone di Pietrelcina: “Quando io interrogavo padre Pio sulle stimmate e mi permettevo di toccare quelle sue mani per saggiarne la consistenza, io arrivavo a congiungere attraverso le stimmate il mio pollice con il mio indice. Padre Pio avvertiva un grandissimo dolore. E qualche volta mi diceva: Vuoi fare il san Tommaso?”.

Oltre a questa testimonianza, il dott. Cardone ne rilascerà un’altra, ancora più preziosa in quanto presentata in forma di dichiarazione scritta: “Dichiaro io qui dott. Andrea Cardone, di aver avuto in cura padre Pio da Pietrelcina e di avergli riscontrato in ambedue le mani fori del diametro di circa cm 1/2 che attraversavano il palmo delle mani da una parte all’altra, tanto da vedere la luce filtrare ed alla pressione il polpastrello del mio indice e pollice si toccavano”. Gli altri medici che hanno potuto visitare Padre Pio ed esaminare da vicino le “misteriose lesioni”, sono stati: il prof. Luigi Romanelli, il medico positivista Amico Bignami, e soprattutto il dott. Giorgio Festa, che ha avuto l’opportunità di osservarle in maniera approfondita, non solo durante le varie visite a Padre Pio, ma anche durante un intervento di ernia eseguito senza anestesia nel 1925, allorché il Padre svenne per il dolore. In seguito all’esame minuzioso delle lesioni sul corpo di Padre Pio, il dott. Festa dichiarò successivamente: “La pressione diretta su tutte le lesioni, tanto delle mani che dei piedi, per quanto dolcemente esercitata, riesce dolorosissima… Più intense ancora, per quanto egli si studi di nasconderle, sono le sofferenze che gli procurano, nel camminare, le lesioni dei piedi: di qui la difficoltà di rimanere per lungo tempo in stazione eretta, di qui la sua andatura lenta e talora incerta”.

Fa riflettere, infine, quanto il dott. Festa scrive in riguardo alla ferita al costato che si manifesta: come “in forma di croce capovolta. L’asta longitudinale, di questa, misura all’incirca sette centimetri di lunghezza, parte dalla linea ascellare anteriore a livello del quinto spazio intercostale, e discende obliquamente fin verso il bordo cartilagineo delle costole, solcando la cute… L’asta trasversale della croce è lunga circa quattro centimetri, interseca non ad angolo retto, ma in modo obliquo, e pressappoco a cinque centimetri dal suo punto di partenza l’asta longitudinale e si presenta più espansa e rotondeggiante alla sua estremità inferiore”. Se poi confrontiamo queste osservazioni del dott. Festa con quanto dichiarato per iscritto da Padre Paolino da Casacalenda, troviamo delle corrispondenze interessanti che ci conducono sulla soglia del mistero.  In qualità di superiore dei cappuccini di san Giovanni Rotondo, Padre Paolino era presente agli esami delle stigmate di Padre Pio da parte del dottor Bignami, lasciando successivamente questa interessante testimonianza scritta: “A titolo di cronaca debbo dire qui che quello che mi ha colpito di più nella visione delle piaghe è stata la forma della piaga del costato, che si rileva proprio dalla parte del cuore e non già dall’altra parte del costato, come ho sentito dire da molti. Ha la forma quasi di un X, dal che si deduce che sono due le ferite e ciò si riconnette col fatto che ho sentito dire, ma che non posso provare per mancanza di documenti sicuri, che molto prima delle stimmate il padre Pio fu ferito con una spada da un angelo dalla parte del cuore. E infine l’altra cosa che mi fece impressione è che questa piaga ha le apparenze di una forte bruciatura che non è superficiale ma si sprofonda nel costato”.

E’ interessante considerare le conclusioni del dott. Festa sul caso Padre Pio. Le lesioni alle mani, ai piedi ed al costato “hanno un’origine che le nostre cognizioni sono ben lungi dallo spiegare. Ben più alta della scienza umana è la ragione del loro essere”. In tutti gli anni della Sua stigmatizzazione, pur perdendo sangue in continuazione, Padre Pio non è stato, certamente, circonfuso da odori sgradevoli del sangue decomposto, o dell’acido fenico, o di disinfettanti naturali. Tutt’altro: profumi di ogni tipo di fiore, specialmente di rose, violette, mammole, ed altro ancora. Questa è la realtà vera di un uomo Segnato e Benedetto da Dio col Sigillo delle stigmate, e quindi corredato dei Segni della Passione di Cristo, Figlio di Dio Diletto, morto e risorto. Ed il profumo non lo ha sentito solo gente semplice, credulona. Il profumo è stato percepito, anche lontano da San Giovanni Rotondo, da medici e professionisti, oltre che scienziati. Chi è Padre Pio da Pietrelcina? Un Santo, un mistico, un uomo di Dio contrassegnato da quelle stesse stigmate del Crocifisso. Proprio Lui che prima di morire aveva detto: “Un servo non è più grande del suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi”.