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Le indagini riguardanti i presunti maltrattamenti avvenuti nella casa albergo per anziani e comunità tutelare per non autosufficienti di Cerreto Sannita sono arrivate a una svolta significativa. È stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari per quattro operatori socio-sanitari accusati di aver perpetrato abusi nei confronti degli ospiti della struttura, aggravati dal fatto che le vittime fossero persone anziane e invalide.

I quattro indagati, destinatari in un primo momento della misura cautelare del divieto di avvicinamento alla struttura, erano stati coinvolti in un’inchiesta portata avanti dalla Procura di Benevento, con il sostegno dei carabinieri e della guardia di finanza di Solopaca e Cerreto Sannita, oltre ai carabinieri del Comando NAS di Salerno. La misura, disposta dal GIP Pietro Vinetti su richiesta del PM Stefania Bianco, aveva fatto seguito a un’indagine scrupolosa, nata dalle denunce sui maltrattamenti che avrebbero subito gli anziani ospiti della struttura.

Il caso risale al 2 settembre scorso, quando G. P., 51 anni, residente a Cerreto Sannita, L. A. M., 56 anni, di Guardia Sanframondi, A. M., 48 anni, di Sant’Agata dei Goti, e G. S., 30 anni, di Valle di Maddaloni, comparvero dinanzi al GIP Pietro Vinetti. Tutti e quattro sono stati difesi da un team di legali composto dagli avvocati Massimo Viscusi, Emiliano Vaccarella, Antonio Barbieri e Cosimo Ciotta.

Il Tribunale del Riesame, esaminando il caso, ha poi deciso di sostituire il divieto di avvicinamento alla struttura con la misura dell’interdizione dalla professione per un anno per tre degli indagati. Il solo A. M., difeso dall’avvocato Viscusi, non aveva presentato ricorso e resta pertanto soggetto alle restrizioni iniziali.

Le accuse di maltrattamento aggravato hanno suscitato un grande clamore nella comunità locale, dove la casa di riposo era considerata un punto di riferimento per le famiglie che affidavano i propri cari alle cure della struttura. Se i fatti contestati dovessero essere confermati, emergerebbe un quadro allarmante di abusi fisici e psicologici contro persone vulnerabili, aggravati dalla condizione di non autosufficienza delle vittime.

Con la conclusione delle indagini, il passo successivo sarà la decisione della Procura se richiedere il rinvio a giudizio per gli indagati, il cui futuro professionale e giudiziario resta appeso a questa decisione.