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Un momento di raccoglimento toccante ed emozionante, quello che hanno voluto tenere questa mattina gli studenti del Manlio Rossi Doria in ricordo di Maria Antonietta Cutillo, la 17enne scomparsa tragicamente lo scorso 3 maggio.

Ad una settimana da un lutto che ancora non trova accettazione, come egregiamente ha ricordato il parroco di Montefalcione, paese di origine della ragazza, nel corso dell’ultimo saluto in Chiesa, gli amici di Maria Antonietta, sostenuti dai Docenti con la Preside Maria Teresa Cipriano, hanno voluto organizzare una piccola e intima manifestazione in ricordo dell’amica.

Davanti alla sede centrale dell’Albelghiero c’erano anche i genitori della ragazza e i nonni, i più straziati ma i più desiderosi a tenere vivo il ricordo della loro unica e amata bambina dagli occhi blu.

Ma “la vita continua anche senza di noi” come ricorda una delle più celebri canzoni di Vasco Rossi, ed è percio che papà Giuseppe ieri ha riaperto al pubblico anche la macelleria di Manocalzati. Ma stamattina non ha voluto mancare all’omaggio verso la figlia organizzato nei minini dettagli dai Rappresentanti d’Istituto della scuola. “Grazie di cuore a tutti”, dice commosso stretto alla moglie Rosa Picariello.

“Il tempo lenirà il dolore, ma il Tuo ricordo ci accompagnerà per sempre. Ciao Mary”, recitava lo striscioni eretto con orgoglio dai compagni, a partire dall’amica del cuore Faby, certamente quella più scossa di tutti per aver assistito in diretta alla tragedia che ha portato via Mary alla vita terrena.

I ragazzi hanno letto un brano di Sant’Agostino e poi recitato il Padre Nostro.  E poi sono volati in cielo palloncini: “Per te piccola Mary”, hanno detto commossi i presenti prima di entrare il classe per svolgere le lezioni.

La casse di Mary è tornata nella sede succursale di Valle, dove campeggiano ancora gli striscioni apposti dai compagni il giorno della tragedia e dove più di ogni altra sede della scuola si sente in ogni angolo il vuoto.
C’è Faby che naturalmente era anche compagna di banco di Mary: i banchi sono stati sistemati in modo diverso e un ragazzo ora siede vicino a Faby i cui grandi occhi color nocciala estranono quanto sia insopportabile il dolore.
A rendere in pieno il senso di un lutto così improvviso e inspiegabile è anche il profondo senso di rispetto e a tratti smarrimento che si avverte anche negli stati d’animo dei docenti. Un rispetto verso il dolore della famiglia Cutillo ma anche verso la ripresa ad una vita normale di Faby e di tutti gli altri adolescenti.

E anche in questo caso torna in mente una canzone di Vasco: “Voglio trovare un senso a tante cose, anche se tante cose un senso non ce l’hanno”.