Il problema delle liste d’attesa nella sanità campana e in generale italiana, purtroppo, riguarda anche i malati oncologici: Sspesso di fronte alla necessità di prenotare una visita specialistica con ricetta medica si apre il baratro dell’attesa: mesi di lista, a volte anche un anno o la laconica comunicazione che l’agenda di prenotazioni è chiusa e che ci faranno sapere quando riapre.
Innanzitutto è bene sapere che esiste un Piano Nazionale di Governo delle Liste di Attesa, che stabilisce dei tempi massimi garantiti per l’attesa del cittadino che deve accedere ad accertamenti specialistici.
Oggi è sempre più consolidata la necessità di un approccio sistemico alla problematica dei tempi di attesa che richiede, per una sua efficacia, un piano di azioni integrato, finalizzato da un lato al potenziamento dell’offerta di quelle prestazioni ambulatoriali individuate come critiche, e dall’altro al governo della domanda delle stesse.
I limiti di tempo massimi, entro i quali deve essere garantita una prestazione ambulatoriale, prescritta con ricetta rossa e dematerializzata, variano a seconda del grado di priorità, che il medico prescrittore indica sull’impegnativa.
A spiegare tutti i contorni della questione, il Segretario Generale della Cisl, Fernando Vecchione che richiama ad un maggior raccordo tra le strutture nonostante comprende il problema della carenza di personale, e del primario Iannace che ribadisce come continuino ad essere fondamentali gli screening.
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