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di Simona De Cunzo e Antonio Tedeschi

“Se anche oggi mangi ringrazia un contadino”. “E’ la terra che nutre l’uomo, non L’industria. Mangiamo i nostri grani non gli intossicati americani”. “Un contadino non lo vedrai arrendersi e mai stanco”. “Che ne sai tu di un campo di grano”, come cantava Lucio Battisti, fino alle parole di Papa Francesco: “Non c’è umanità senza coltivazione della terra”. Sono solo alcune delle frasi apposte sugli striscioni che campeggiano dinanzi ai quasi 200 trattori che stanno arrivando da gran parte della provincia di Avellino nella città capoluogo, destinazione collina liquorini, sede distaccata della regione Campania.

 

Una grande protesta, una massiccia adesione ad una manifestazione che in questi giorni sta vedendo coinvolti diversi agricoltori di tutta Italia per protestare contro i forti rincari del governo Meloni e in generale politiche dell’agricoltura che secondo i manifestanti tende a distruggere il settore a vantaggio delle grandi multinazionali.

Sono tante e rumorose ma comunque pacifiche le voci che si muovono dalla piazza. Ci sono anche mogli figli, per far capire alla politica che senza quel lavoro, senza quel trattore quella famiglia è destinata a non mangiare al pari di tante altre altre che si nutrono di prodotti genuini. Quello che manca in piazza sono tutti i sindacati di categoria, come espressamente dicono i manifestanti che non vogliono etichette sulla loro protesta, ma manca anche la politica. A parte il consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle Vincenzo Ciampi, non si vede più nessuno a partire dal collega Maurizio Petracca che in campagna e pure presidente della commissione agricoltura”.

“Era doveroso essere presenti qui a manifestare la mia solidarietà e la condivisione delle problematiche che il mondo dell’agricoltura non solo irpino sta attraversando – afferma Ciampi –  Nella nostra provincia, l’agricoltura riveste un ruolo fondamentale per i prodotti di altissima qualità”. “Un pò il governo Meloni e le politiche europee meritano attenzione da parte di chi governa, la protesta è legittima. Portare in piazza gli agricoltura, significa che abbiamo raggiunto i livelli di disperazioni”. 

“Non ci fermiamo qui nel caso non ci danno l’ok di fare qualcosa perché qua i prezzi sono aumentati, allestiti e i prodotti stanno arrivando – afferma uno dei manifestanti –  Invece di di arrivare quelli d’eccellenza si fa spazio a quelli molto inquinati dall’estero, aspetto che a noi non sta bene. Noi vogliamo che i nostri prodotti d’eccellenza vengono valorizzati”. “Qualcuno che ci dia qualcosa in più che ci abbassano i costi che ci abbassa il diesel perché sta arrivando alle stelle. Da quando è partita 0,70€ noi adesso siamo arrivati al prezzo dei distributori, quindi non far uscire un trattore di questo che superano i 100 cavalli che oggigiorno è un casino per noi. Anche chi c’ha i piccoli appezzamenti non non ce la fa più. Non parliamo di grande azienda, anche le piccole stanno rovinate perché i prezzi, i costi sono arrivati alle stelle e il concime non si può più acquistare”. “Noi non siamo nessuna sigle sindacali non siamo partiti – continua – Non c’è assolutamente nulla e questo a noi a noi questo fa molto dispiacere perché anche loro fanno parte di noi quindi ci dovevano loro tutelare a prescindere da quello che succede”.