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Nella giornata odierna, nel contesto di un’articolata attività d’indagine delegata e coordinata dalla Procura della Repubblica di Avellino, militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Avellino stanno eseguendo un decreto di sequestro preventivo, emesso dal G.I.P. presso il Tribunale di Avellino, nei confronti di due società ed undici indagati per i reati di associazione per delinquere e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, a seguito della creazione di circa 15 milioni di euro di falsi crediti d’imposta, relativi alle spese sostenute per interventi edilizi assistiti dal regime agevolativo dei cosiddetti “Bonus Facciate e Bonus Ristrutturazioni”, in realtà mai avvenuti.

Il sequestro è finalizzato sia ad impedire la monetizzazione di crediti fittizi per Euro 5.500.000,00, ancora non utilizzati e presenti nei cassetti fiscali di alcuni indagati, sia a recuperare le somme ritenute profitto del reato pari ad Euro 9.428.597,27.

L’attività investigativa ha consentito, in una prima fase, di identificare sette soggetti, persone fisiche, quali primi originatori di crediti d’imposta per un ammontare complessivo di Euro 5.500.000,00, sprovvisti dei requisiti basilari per la giustificazione di spese pari a tale importo (capacità reddituale, disponibilità di immobili, comunicazioni di effettuazione lavori). Per tali crediti illeciti vi è stato un tentativo di cessione non andato a buon fine anche grazie ai controlli svolti dagli uffici finanziari in fase istruttoria.

Le successive indagini hanno, altresì, consentito di ricostruire un contesto più ampio, riconducibile ad un sodalizio criminale che, attraverso la costituzione di diverse società intestate a “prestanome“, aventi formale sede legale sull’intero territorio nazionale, avrebbe artatamente creato, sulla base dell’attestazione di lavori di ristrutturazione e di rifacimento facciate in realtà mai eseguiti, un complesso di crediti d’imposta fittizi per Euro 9.428.597,27, successivamente ceduti ad una società avente sede operativa ad Avellino, riconducibile ad alcuni degli indagati, residenti in provincia di Avellino.

Gli approfondimenti investigativi sono anche il risultato di una proficua sinergia istituzionale avviata in virtù di uno specifico protocollo operativo con la Direzione Provinciale dell’Agenzia delle Entrate di Avellino.