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Dopo il faccia a faccia tra candidati alla carica di sindaco sul futuro della Stazione ferroviaria di Avellino, oggi si è tenuto un nuovo confronto sul destino del Palazzo di Giustizia e, in generale, i problemi dell‘edilizia giudiziaria che da tempo agitano la categoria.

Tribunale da abbattere o da riqualificare? Un tema di cui si parla da almeno un ventennio, come osserva ad apertura dei lavori, il Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Avellino, Fabio Benigni: “Incontri come quelli odierni ci vengono solleciati e si ripetono ciclicamente, soprattutto in concomitanza della campagna elettorale. Dobbiamo cercare di essere realisti e ipotizzare delle soluzioni dal mio punto di vista volte a valorizzare l’attuale struttura, nel senso di porre rimedio a tutte quelle che sono le problematiche che voi conoscete bene che purtroppo affliggono l’attuale éalazzo di giustizia.
Noi comunque siamo disponibili a qualsiasi soluzione che sia effettivamente realizzabile.
 Naturalmente quando parliamo di giustizia ci riferiamo a una delle funzioni fondamentali dello Stato. E la necessità quantomeno c’è una necessità di rendere più dignitoso l’attuale palazzo di giustizia poi se verranno avanzate delle proposte concrete io sottolineo concreto noi siamo pronti a valutarlo.

Di seguito le proposte dei sette candidati alla carica di Sindaco:

ANTONIO GENGARO: “Ristrutturazione, la giunta Festa ha perso tempo”
“Prima di tutto va ricordato che questa opera è di Marcello Canino, uno dei grandi razionalisti italiani. Noi siamo a favore della ristrutturazione del tribunale esistente, ma l’amministrazione uscente non ha presentato alcun progetto sul PNRR riguardante l’edilizia circolare. Siamo uno dei pochi comuni d’Italia che non ha presentato alcun progetto su questo tema e, ovviamente, nel parcheggio va realizzato, come immaginavamo tanti anni fa, un parcheggio internazionale dove possiamo ospitare anche parte degli archivi del tribunale”.

RINO GENOVESE: “Nuova Cittadella giudiziaria e Parco a Piazza D’Armi”
“La realizzazione della nuova cittadella giudiziaria è uno dei punto qualificanti del nostro programma, perchè pensiamo ad una città solidale nei tre pilastri: solidarietà sociale, economica e ambientale. Affinchè ciò avvenga e importante costruite il parco qui nel centro urbano, con Piazza D’Armi che ridiventa tale e i parcheggi sotterranei che risolveranno il problema del decongestionamento del traffico nella zona. Noi abbiamo le idee chiare e ne parleremo anche con i Ministri competenti“.

LAURA NARGI: “I miei sfidanti non hanno studiato, servono altri soldi per riqualificare”
La problematica è tanto complessa quanto delicata. Come passata amministrazione abbiamo affrontato questo ragionamento con gli operatori del diritto e lo abbiamo definito nel nostro programma elettorale. Cosa che non stanno facendo gli altri che ci stanno inventando proposte senza dati certi. Questo non può essere un mero slogan elettorale, ci sono due soluzioni: o  la riqualificazione dell’edificio, ma si sono 5 milioni dal Ministero dalla Giustizia ma è un progetto che risale a 10 anni fa, quindi bisogna aggiornarlo e trovare altri 5 milioni di Euro.
Per il nuovo Palazzo nella N101 ci abbiamo provato con i privati che perà non hanno presentato  il Pua. Il problema non è abbatterlo e farlo divenare un giardino con il parcheggio, ci vede che c’è cattiva informazione e che gli altri negli ultimi cinque anni non hanno seguito la vicenda e non hanno nemmeno studiato”.

MODESTINO IANDOLI: “Disponibili a valutare tutte le soluzioni con la categoria”
Per fornire una risposta concreta e soddisfare le esigenze della giustizia, è essenziale dialogare con coloro che vivono questa realtà. Pertanto, è necessario avere un forte senso pratico e, soprattutto, capacità di ascolto. Sappiamo che c’è un progetto di riqualificazione edilizia presso il proprietario delle opere pubbliche, il quale ha un costo di 5 milioni di euro. Se riusciremo a trovare un accordo su questa proposta, saremo obbligati ad accompagnarlo. Altrimenti, siamo disponibili a esplorare tutte le soluzioni che possano dare una risposta definitiva a questo annoso e ancora irrisolto problema”.

GENNARO ROMEI: “Il Tribunale deve rimare dov è con degli accorgimenti”
Per me, il Tribunale dovrebbe rimanere dove sta, e nel corso del tempo si potrebbero apportare modifiche per migliorare la sua funzionalità.
Al momento, siamo una città di 50mila abitanti, e con l’evoluzione del processo, soprattutto in materia civile, che avviene via telematica, non vedo la necessità di una città giudiziaria”.

VITTORIO BOCCIERI: “Fantasioso voler abbattere il Palazzo di Giustizia”
“E’ fantasioso voler abbattere il Palazzo di Giustizia, come ho sentito, per costruire qualcosa di nuovo, perchè è perfettamente adeguato alle sue funzioni attuali. Anzi, è stato recentemente approvato un piano di riassetto sotto il profilo antisismico e della sicurezza. Quindi, sprecheremmo ulteriori soldi. Il bilancio del Comune è completamente azzerato a causa delle amministrazioni precedenti, che hanno realizzato attività finanziarie sorprendenti. Parlo di 100 milioni di debito, se non di più. Pertanto, pensare di imporre ancora una volta ai cittadini di Avellino ulteriori costi per l’edilizia giudiziaria è superfluo e fantasioso. Consideriamo che ci sono molte strutture inutilizzate ad Avellino. Guardiamoci intorno: vediamo edifici abbandonati anche nel centro della città, e poi pensiamo di ristrutturare il Palazzo di Giustizia di Piazza d’Armi. Con il processo civile telematico e la spinta tecnologica attuale, in alcune zone è diventato superfluo”.

ALDO D’ANDREA: “Le esigenze attuali, in ordine di spazi, non sono più quelle di 20 anni fa”

“La prima cosa da fare è quella di tener conto delle esigenze di chi ci lavora, giudici e avvocati, dopodiché il metodo è condivisione e persuasione. Ovviamente, ci sono molte cose che andrebbero sistemate. L’amministrazione precedente ha almeno tentato di fare delle proposte, ma in alcune aree non è stato fatto nulla. Bisogna considerare molti aspetti prima di avanzare delle proposte. Innanzitutto, vorrei ricordare a me stesso e agli altri che mi ascoltano che le esigenze di un Tribunale oggi, in termini di spazio, non sono più quelle di vent’anni fa, poiché è in atto un sistema di digitalizzazione che sta progredendo e che spero completi il suo iter, riducendo così la necessità di spazi per l’archiviazione. Dunque, il tribunale, così com’è, forse è sovradimensionato. Su questo dovranno pronunciarsi gli avvocati. Se le esigenze ritenute valide da giudici e avvocati sono queste, è ovvio che bisogna avviare un discorso, come dicevo prima, di persuasione e condivisione”.