Natale trionfo di sapori e tradizioni,la festa è anche questo, o per molti soprattutto quello che succede intorno alla tavola. Shopping, regali, luci e soprattutto l’attesa di Babbo Natale per i piu’ piccoli a farla da padrone è certamente la tradizione culinaria in Irpinia. Ogni paese irpino ha i suoi piatti tipici, frutto di tradizioni centenarie che si tramandano di generazione in generazione. Il Natale è anche un modo per riscoprire le tradizioni, le origini, ciò che contraddistingue dagli altri.
Dopo il classico aperitivo della Vigilia, la tradizione si rinnova anche a tavola con il cenone del 24 e poi il pranzo del 25. Anche se meno forte, la tradizione del menù di pesce è prevalente anche sui monti irpini. A differenza delle precitate province, ad Avellino c’è una valida alternativa allo spaghetto alle vongole: la pasta con alici e trito di noci.
Il baccalà dei cenoni irpini poi, è spesso all’insalata anzichè fritto, mentre il capitone lo si trova spesso cotto sulla brace. Senza dimenticare il tipico accio e baccalà. L‘accio non è altro che il sedano, ortaggio dal gusto deciso e fresco, che si presta perfettamente per questa minestra leggera e profumata ideale per il pranzo della Vigilia, rigorosamente light, in attesa del cenone. Non mancano poi le fritture di pesce, le pizzelle fritte, cavolfiori, broccoletti e peperoni ripieni. Ma ciò che più contraddistingue la Vigilia di Natale in Irpinia è la scarola imbottita. Un piatto ricco e gustoso, che prevede un ripieno di olive, capperi, acciughe, noci, pinoli e pane grattugiato all’interno di una foglia di scarola. E non possono mancare i dolci, insomma quelli della tradizione campana. Struffoli, Roccocò, Mostaccioli e Cartellate. Quest’ultimo un dolce tipico di quel lembo d’Irpinia al confine con la Puglia, non si trovano in tutta la provincia, ma solo in alcuni paesi come Lacedonia, Calitri, Vallata, Aquilonia, Monteverde, Bisaccia e Ariano Irpino.
Il pranzo di Natale vede come superstar è la ‘menesta ‘mmaretata (la minestra maritata) è un tradizionale piatto della gastronomia irpina È sicuramente un piatto povero, quanto antico, perché preparato con le parti meno nobili del maiale. Si chiama appunto maritata perché la verdura “si sposa” con la carne. E’ un giorno in cui ci si sveglia con calma, si fa colazione con i dolci avanzati, i bambini giocano con i loro regali, ci si mette in tiro, un giro in chiesa per la Messa e poi passeggiata e visita ai parenti. Dal tortellino in brodo, o alla lasagna per poi arrivare al cappone. Un mix di tradizione tra Nord e Sud. Il tutto nel segno della tradizione.