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In archivio 3 settimane di attività ideate per favorire l’aggregazione extra scolastica e andare oltre le terapie domestiche

Tre settimane di campi estivi con la ferma convinzione che i bambini autistici vadano sostenuti non solo a scuola o a casa, con terapie adeguate e funzionali a piccole, grandi conquiste quotidiane. Le cooperative sociali “L’araba fenice” e il “Sogno di ARI” hanno organizzato e condotto a termine un progetto lodevole che si è sviluppato in varie strutture di Avellino.

Il bilancio è affidato al responsabile Roberto Ronga, che con Annarita Limone ha fondato e pianifica le attività quotidiane:  “Abbiamo circa 90 bambini nel corso delle tre settimane in cui i bambini hanno potuto vivere esperienze diversificate. Li abbiamo accompagnati in piscina, a curare degli orti e a contatti con gli animali, a fare sport e in un maneggio dove sono potuti andare a cavallo. Il bilancio non può che essere positivo”.

“Da un punto di vista umano è stata anche per noi operatori un’avventura fantastica. È motivo di grande orgoglio e soddisfazione vedere il sorriso dei bambini, ma anche percepire la fiducia dei genitori nell’affidarceli. Così anche loro hanno la possibilità di godere momenti di serenità personale sapendo che, intanto, i loro figli sono affidati in mani sicure. Ringraziamo i terapisti, i volontari, gli operatori della cooperatiava e non solo” conclude Ronga.

Visibilmente soddisfatta anche Annarita Limone: “È essenziale conoscere la patologia per garantire un approccio adeguato. Ogni bambino è stato accompagnato da un terapista che ha conoscenza dei suoi comportamenti problema e delle sue stereotipie in modo da poterle gestire applicando le proprie competenze terapeutiche applicando i principi dell’ABA. In queste tre settimane di campi estivi abbiamo dimostrato che i bambini autistici sono bambini come tutti e non gli si deve negare di vivere esperienze fuori dai confini della scuola e delle mura domestiche”.

Da rendere concrete ci sono ancora tante altre idee: “Il prossimo passo? Dare il via a processi sensibilizzazione nelle scuole e aiutare gli insegnanti nell’apprendere le strategie per interfacciarsi ai bambini autistici. Oltre agli insegnati di sostegno e ai terapisti è fondamentale che anche gli insegnanti acquisiscano una base di competenze per migliorare la possibilità di inclusione dei bambini”.

Puntiamo poi – ha aggiunto Annarita Limone – a una serie di iniziative rivolte agli over 12. In parte alcune sono già state avviate. Una volta a settimana adiamo con loro a giocare settimana bowling. Deve diventare normalità andare in pizzeria o al cinema. Per questo c’è bisogno anche che si compiano passi avanti da parte dei titolari di queste attività affinché rendano questi luoghi nei limiti del possibile, funzionali e tranquilli anche per loro. È evidente che i bambini siano felici di poter passare del tempo in contesti di aggregazione, in compagnia dei loro coetanei”.