Gli unici che continuano a strumentalizzare la delicata questione della qualità dell’aria che respirano gli avellinesi sono i politicanti e i sedicenti ambientalisti che interpretano a proprio piacimento i dati ufficiali sullo smog, confondendoli con le raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità, ed a sminuire l’impegno ed i risultati concreti conseguiti dalla precedente amministrazione su questo fondamentale tema.
È un fatto sostenuto dai dati incontrovertibili dell’Arpac, unico ente a cui spetta per legge il censimento delle polveri sottili, che Avellino, dopo 10 anni in cui la soglia massima dei 35 sforamenti era stata sistematicamente superata, ed erano arrivati avvisi di garanzia ai sindaci delle precedenti amministrazioni per non aver agito, è riuscita a contenere il tasso di Pm 10 nei limiti di legge sia nel 2022 che nel 2023.
Lo abbiamo fatto grazie a provvedimenti coraggiosi e attesi da 40 anni, come la delocalizzazione del terminal bus dal centro, misure impopolari, come il divieto di accendere roghi agricoli tutto l’anno, ed innovative, come il censimento delle caldaie e le ordinanze per il contenimento dei fumi degli impianti a combustione. Sostenere, come fa qualche sedicente esperto di aria fritta dell’associazione App, che tali provvedimenti non abbiano concorso a migliorare la condizione ambientale della nostra città, è tanto pretestuoso ed infondato quanto puerile.
Come sa chi conosce la materia, la soglia di legge a cui si attiene l’Arpac per il censimento degli sforamenti da Pm10 è decisamente più alta di quella a cui si fa riferimento nelle raccomandazioni dell’Oms. – aggiunge la candidata a sindaco – Tuttavia, il nostro movimento civico è aperto alla discussione, per andare oltre quelli che sono gli obblighi amministrativi e migliorare ulteriormente la qualità dell’aria.
Anche per questo, pur avendo già centrato gli obiettivi fissati dalla normativa nazionale, abbiamo posto la questione ambientale al centro dell’agenda amministrativa e sottoscritto i 10 punti proposti da Legambiente per incidere ulteriormente sulla transizione ecologica e, dunque, sulla qualità dell’aria. Inoltre, ci avvarremo degli accordi e delle convenzioni sottoscritte dall’Arpac per monitorare tutte le altre fonti inquinanti, come la diossina, e finanche l’inquinamento acustico».
L’obiettivo, insomma, è proseguire sulla strada dello studio e del confronto. Non solo con i cittadini, ma anche e soprattutto con i tecnici qualificati e gli enti competenti. «Ad esempio – conclude Nargi – ragioneremo con i sindaci dell’hinterland rispetto al tema dei roghi agricoli. Metteremo a disposizione dei nostri agricoltori, per tutelare le loro produzioni d’eccellenza, soluzioni alternative per lo smaltimento dei residui vegetali, con uno sportello dedicato alle informazioni in Comune. Non possono essere gli unici a pagare dazio quando si tratta di evitare gli abbruciamenti: occorrono soluzioni condivise».
“Laura Nargi, vice sindaco uscente nella giunta guidata da Gianluca Festa e ora candidata sindaco della coalizione civica composta da “Siamo Avellino”, “Davvero” e “Viva la Libertà”, continua a rappresentare una Avellino che non c’è. Insiste a consegnare, innanzitutto a se stessa, un quadro assolutamente distante dalla realtà e questo atteggiamento, se è in parte giustificabile nel momento in cui le tocca enfatizzare i dati di un bilancio amministrativo assolutamente disastroso, assume i caratteri della mistificazione nei confronti di una comunità verso la quale in questi anni ha avuto importanti responsabilità. Tant’è e saranno gli avellinesi a giudicare presto. Intanto, soprattutto in campagna elettorale, occorrerebbe attenersi a un criterio di verità.
Laura Nargi sostiene che il Comune di Avellino è stato già interessato da una importante operazione di digitalizzazione e, quindi, sarebbe vano e pretestuoso chiedere di programmare un progetto del genere. La risposta potrebbe venire immediatamente dai cittadini, i quali sono costretti a fare i conti con un servizio di anagrafe arretrato e non aggiornato, dove lo stato civile è fermo più o meno a tre anni fa a dispetto del “processo di piena e completa digitalizzazione della macchina amministrativa, con l’obiettivo di offrire ai cittadini servizi più efficienti ed accessibili, semplificando le procedure e riducendo i tempi di attesa”.
Rimanendo agli atti, conviene invece ricordare che Comune di Avellino nel luglio 2022 ha sì adottato il Piano Triennale per l’Informatica predisposto per la Pubblica amministrazione dall’Agenzia per l’Italia digitale limitandosi a contemplare le linee d’azione strategiche che vi erano contenute: i cittadini, che sarebbero dovuti essere al centro dell’azione, non solo ne sono stati tenuti ai margini, ma non hanno potuto nemmeno essere messi in condizione di conoscere quanto l’ente locale producesse. Non pubblicare 170 delibere di giunta non è precisamente un comportamento in coerenza con il dovere etico di una amministrazione pubblica e con il diritto democratico dei cittadini.
Né Laura Nargi può menar vanto di essere stata vice sindaco di una giunta che ha cablato l’aula del consiglio comunale quando poi questo spazio nell’edificio del Municipio è stato mortificato in una assurda coabitazione con un corso di laurea triennale promosso dall’Università degli Studi di Salerno: a tutto danno dei cittadini e con improbabile utilità per gli stessi studenti.
La giunta Festa-Nargi ha smantellato uffici e servizi comunali. Oggi si intesta progetti del Pnrr che in realtà risalivano ai tempi dell’amministrazione di Paolo Foti, recuperati in tutta fretta dai cassetti nell’incapacità di misurarsi con una fase il cui il Comune era stato chiamato a ben altro protagonismo e comunque rielaborati in dubbie modalità di cui si sta occupando l’indagine della Procura di Avellino. Oggi rivendica di aver ripulito l’aria di Avellino, salvo registrare gli impietosi dati dell’ultimo rapporto di Legambiente che sottolineano un quadro di emergenza ambientale. Oggi ha fatto scivolare la città in uno dei punti più bassi della sua storia. Dopo tutto ciò, e magari anche altro che verrà, da Laura Nargi ci si attenderebbe soltanto una sana e corretta autocritica”.