Giornata da incubo, l’ennesima, in un carcere della Campania. Ieri, nel carcere di Avellino, è solo grazie al tempestivo e professionale intervento della Polizia Penitenziaria che si è impedito a un detenuto di togliersi la vita.
La notizia arriva dal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE per voce di Tiziana Guacci, segretario regionale SAPPE della Campania:
“Ieri, un detenuto di origini napoletane, aveva chiesto una visita con lo psichiatra – figura purtroppo mancante nel carcere irpino -: portato in infermeria centrale per un colloquio con i sanitari, l’uomo ha dato in escandescenza afferrando un estintore e cominciando a lanciare degli oggetti. Successivamente, ritornato alla calma, è stato riportato nella propria Sezione di appartenenza, dove nel cortile dei passeggi ha tentato di togliersi la vita legando una corda alle grate dei passeggi. Il detenuto è stato salvato dal tempestivo intervento del personale di Polizia Penitenziaria. Tempestive anche le cure dei sanitari che hanno disposto l’invio urgente in ospedale del detenuto”.
Il SAPPE esprime “un vivo appezzamento al prezioso operato degli agenti della Casa Circondariale di Avellino, grazie ai quali è stata impedita una nuova tragica morte in carcere. Ma torniamo a denunciare ancora una volta la mancanza di operatori sanitari, psicologici e psichiatrici e ribadiamo la necessità di concorsi regionali e assunzioni di personale sanitario da destinare alle carceri campane”.
Per il segretario generale del SAPPE, Donato Capece, “questa è la Polizia Penitenziaria, pronta ad agire con gli altri operatori e con gli stessi detenuti per tutelare la vita dei ristretti. Il dato oggettivo è che la scelta di togliersi la vita è sicuramente originata da uno stato psicologico di disagio. È un dato oggettivo che chi è finito nelle maglie della devianza spesse volte è portatore di problematiche personali sociali e familiari”, conclude il sindacalista, che rileva infine come “l’ennesimo tentato suicidio di una persona detenuta, sventato in tempo dalla professionalità ed attenzione dei poliziotti, dimostra come i problemi sociali e umani permangono, eccome, nei penitenziari. E si consideri che negli ultimi 20 anni le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria hanno sventato, nelle carceri del Paese, più di 23mila tentati suicidi ed impedito che quasi 175mila atti di autolesionismo potessero avere nefaste conseguenze”.
Roma, 6 febbraio 2024