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Avellino – “Bisogna dare l’anima sempre – ammette il neo tecnico dell’Avellino, Roberto Taurino – I risultati della domenica sono frutto di un percorso settimanale , da qui prossimo costruire qualcosa di importante. Questa deve essere la nostra polare”. Al fianco del tecnico pugliese c’è lo staff formato da Pietro Sportillo (vice allenatore); Paolo Rizzo e Pietro La Porta (preparatori atletici) e Gianmarco Funaro match analyst; Angelo Pagotto (preparatore dei portieri).

“Il calcio è fatto di due fasi, difensiva e offensiva. Le squadre che riescono ad ottenere grandi risultati ottengono il giusto equilibrio. Noi sappiamo di avere un grande nome, una storia importante tutto ciò non deve essere per noi un peso. Lavorando bene con organizzazione ci sono club che hanno puntato in alto. Avere alle spalle una storia importante, nessuno ti regala niente. Bisogna dare tutto – spiega – Bisogna incarnare lo spirito del nostro popolo. La perfezione non deve appesantirci, sappiamo che è irraggiungibile deve essere uno stimolo costante. Noi dobbiamo lavorare quotidianamente – ammette – Per poi raccogliere i frutti. Con il direttore abbiamo uno spirito in comune, faremo di tutto per avere una squadra che ci rappresenti”. “Al tifoso bisogna dare, mai chiedere – spiega – Il tifoso vive di emozioni, noi dobbiamo assecondarli. Non vogliamo avere pesantezza”.

“Le partite si vincono con la determinazione, l’agonismo serve costruirsi per prima un’idea. Volevamo una squadra fresca – spiega Taurino – Il direttore si è mosso sui giovani. Avellino è una piazza che ha sfornato tanti calciatori. La goduria è veder crescere dei ragazzi. Fare bene qui è una spinta importante. Stiamo lavorando con una precisa idea”. “Sicuramente arriveranno dei giocatori importanti – dice – Serve avere la giusta pazienza, senza scendere nei ricatti o altro. La società sta facendo una grande opera per il bene di questa città. Oggi deve assicurarsi anche nel lungo periodo, bisogna sostenere un futuro. Accetto le sfide sempre, io ho firmato solo per una stagione. E’ un percorso che va costruito, non si vince subito. Noi sappiamo dove vogliamo andare, conosciamo la strada vediamo quanto ne riusciamo a fare. Vogliamo dare il massimo senza darci alibi o crearceli”.