L’Associazione ambientalista ASA torna a puntare i riflettori su un problema che da anni minaccia i boschi dei Monti Picentini: il taglio illegale degli alberi. A farne le spese è il prezioso patrimonio naturale di questa zona montana, situata nei pressi di Montella, nell’Irpinia. La denuncia, presentata dall’associazione guidata da Carmine Pascale, pone l’accento non solo sulla pratica del disboscamento illegale, ma su un fenomeno altrettanto allarmante, che ASA definisce “taglio abusivo legalizzato”.
Il metodo in questione, subdolo e silenzioso, prevede la rimozione di un anello di corteccia attorno al tronco dell’albero, un’operazione che condanna la pianta a una lenta morte. Privando l’albero del collegamento vitale tra le radici e la chioma, questa pratica ne compromette irreversibilmente il ciclo vitale, portandolo a seccarsi. Ma il disastro ambientale non si ferma qui: la denuncia di ASA parla anche di danni inferti agli alberi attraverso colpi di ascia o motosega, spesso mascherati sotto foglie e terriccio per nascondere il crimine. Si tratta di una vera e propria agonia silenziosa per alberi secolari, che, indeboliti e morenti, diventano facile preda di tagli ufficialmente giustificati per “messa in sicurezza” o legna da ardere.
Le accuse contro il silenzio istituzionale
L’aspetto più inquietante della denuncia di ASA non è soltanto la brutalità delle pratiche illegali, ma anche l’apparente indifferenza delle istituzioni. L’associazione punta il dito contro l’Ente Parco dei Monti Picentini, i comuni locali e le forze dell’ordine, accusati di chiudere un occhio su questa devastazione ambientale. Nonostante le evidenti violazioni, le autorità sembrano latitare, lasciando che i boschi siano continuamente saccheggiati.
La denuncia di ASA arriva in un momento particolarmente critico: è periodo di raccolta delle castagne, e con esso si acuiscono i problemi legati alla salute ambientale e pubblica. La zona di Montella è avvolta da una fitta coltre di fumo, causata dalla pratica illegale e vietata della combustione di residui agricoli e vegetali. Nonostante le normative proibiscano severamente di bruciare materiali in qualsiasi ora del giorno, l’amministrazione comunale, secondo l’associazione, continua a non intervenire.
Appello al sindaco Buonopane: “Non si può chiudere gli occhi”
Tra i principali destinatari delle critiche c’è Rino Buonopane, sindaco di Montella e presidente della Provincia di Avellino. L’ASA lo sollecita a prendere una posizione chiara e decisa contro queste attività illegali, evidenziando il suo ruolo istituzionale e la responsabilità di vigilare sia sulla salute pubblica che sulla tutela dell’ambiente. “Non si può chiudere gli occhi di fronte all’illegalità”, scrive l’associazione nella nota, chiedendo un intervento concreto per fermare questa catena di crimini ambientali.
L’Associazione ASA si dice pronta a presentare una denuncia formale alla Procura della Repubblica qualora le autorità continuassero a ignorare il problema. Il tempo stringe e i boschi dei Monti Picentini non possono permettersi di attendere ulteriormente risposte che tardano ad arrivare.
Un grido d’allarme che non può restare inascoltato
La situazione nei boschi di Montella rappresenta solo uno dei tanti episodi di sfruttamento abusivo delle risorse naturali che affliggono il nostro Paese. La denuncia dell’ASA mette in luce non solo la necessità di una tutela attiva del patrimonio ambientale, ma anche la fragilità di un sistema di controllo che troppo spesso si rivela inefficace di fronte a crimini sistematici.
È necessario che le istituzioni locali e nazionali rispondano con urgenza a questa emergenza, affinché non siano gli alberi secolari dei Monti Picentini a pagare il prezzo dell’indifferenza e dell’illegalità. Montella e i suoi cittadini meritano di vivere in un ambiente sano e tutelato. Risposte concrete da parte delle autorità non possono più attendere.