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“Future soppressioni di posti di lavoro in casa Stellantis? ”Non scarto nulla”: con queste frasi l’amministratore delegato della fabbrica di automobili Carlos Tavares,  ha sollevato un vero e proprio caos oltre che nuove preoccupazioni e incertezze  dopo il caos estivo a Melfi e nuove nubi sullo stabilimento di Pratola Serra.

“La salute finanziaria di Stellantis non passa unicamente dalla soppressione di posti” ma “passa attraverso tante altre cose: immaginazione, intelligenza, innovazione. Che è quello che stiamo facendo”, ha aggiunto l’AD di Stellantis non sedando le preoccupazioni.

“Il cuore della nostra riflessione strategica” ha detto Tavares non è il taglio dei posti di lavoro ma “al cuore della nostra riflessione strategica c’è rendere i nostri clienti felici, attraverso la qualità dei nostri prodotti, attraverso l’innovazione delle nostre tecnologie, e dalla dimensione accessibile della nostra mobilità che deve essere pulita”.
 
Viene quindi confermata la manifestazione di questo venerdì 18 ottobre 2024 ( dalle ore 10:009 che vedrà scendere in piazza, in contemporanea Torino, Cassino, Napoli, Melfi, Bari, Val di Sangro (Atessa) e appunto, Avellino.
 

Ci saranno tutti i rappresentanti sindacali della provincia di Avellino, con la Cgil che vedrà la prima uscita pubblica del neo Segretario Italia D’Acierno, tra l’altro ex operaia metalmeccanina proprio dell’ex Fma, prima che il ramo d’azienda dello stabilimento di Pratola Serra venisse assorbito proprio da Stellantis.

E’ stato inviato anche il sindaco di Avellino Laura Nargi mentre una delegazione delle tre sigle sindacali sarà ricevuta dal Prefetto di Avellino a cui sarà consegnato un documento unitario da far arrivare al Governo Meloni.

Sulle dichiarazioni di Tavares è intervenuto anche il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini : “L’AD dovrebbe vergognarsi e chiedere scusa. Se il settore è in crisi anche anche per colpa sua. La dirigenza di Stellantis dovrebbe chiedere scusa agli operai, agli ingegneri, ai tecnici, agli italiani e alla storia dell’auto italiana. Non è più in condizione di chiedere niente per come hanno mal gestito e mal amministrato un’azienda storica italiana”.