“Ero libero prima, sono libero oggi e sarà libero domani”.
Lo dice in premessa l’ex Governatore della Calabria e sindaco di Reggio, Giuseppe Scopelliti, ad Avellino per presentare il libro “Sono libero” scritto per raccontare la propria vicenda politica e giudiziaria.
La condanna per falso in bilancio, la lunga detenzione, la solidarietà e l’umanità dei detenuti trovate in carcere, la dedizione degli agenti di polizia penitenziaria e anche la spinta verso il riscatto del lavoro ritrovato sono al centro del volume-intervista a cura di Franco Attanasio.
La presentazione all’ex Chiesa del Carmine affiancato da Giovanni D’Ercole, Mimmo Gambacorta e Giovanna Perna, responsabile dell’Osservatorio Carceri Campane.
“Racconto una storia nella quale sono incappato da giovane militante e storico esponente di destra che non avrebbe mai immaginato di vivere una simile esperienza- dice ancora- Vorrei si capisse che quando si fa amministrazione bisogna fare molta attenzione e sopratutto bisogna governare cercando di mantenere sempre una distanza adeguata anche rispetto ai ruoli di chi ha il compito di gestire la macchina burocratica. Questo significa che oggi con la modifica dell’abuso di ufficio si fa un passo in avanti, che molta gente forse comincerà a guadare la politica locale con occhio diverso, perchè le disavventure sono dietro l’angolo per tutti soprattutto se in questo paese sei di destra”.
Scopelliti riporta l’esempio del’ex MagistratoPalamara, “che si insegna che si costruisce una filiera per denigrare certi uomini. I processi vengono fatti prima nelle piazze e poi solo nella fase conclusiva delle aule di Tribunale.
Il popolo viene aizzato, diventa forcaiolo sulla scorta di una comunicazione deviata, di un sistema deviato, malato e che va cambiato. Spero che l’attuale Governo di destra possa ridefinire le regole.
Personalmente non credo che il problema della Giustizia sia incentrato solo ed esclusivamente sulle intercettazioni o sugli uffici dei pubblici ministeri. Con grande tristezza interiore dico che fino a quando in questo Paese non si registrerà un riequilibrio dei poteri dello Stato e fino a quando la politica sarà subordinata ad altri poteri, avremo una situazione che, ovviamente, non garantirà uno sviluppo e una crescita adeguati nella nostra comunità nazionale”.
L’ex Governatore nel suo libero ha parlato del carcere quasi come una liberazione: “Dopo tanti anni, i tempi all’interno di una struttura penitenziaria si rallentano e sono molto meno caotici rispetto a ciò che viviamo noi all’esterno. Tuttavia, non è corretto continuare a commettere errori. Secondo me, mancano qui gli indirizzi provenienti dal centro di psicologia, che hanno le funzioni di coloro che si occupano dei detenuti. Ho visto queste cose e devo dire che è una bella realtà vedere che ci sono uomini dello Stato che non abusano della divisa, ma che invece si prestano a una convivenza del genere. Il carcere è un’esperienza molto dura, in cui fai i conti con te stesso, con la tua esperienza di vita e capisci cosa hai vissuto. Queste cose le racconto per inviare un messaggio positivo, di come cioè alcune cose si possono superare. Ho scontato tutta la pena che mi è stata inflitta, una pena che ho sempre ritenuto profondamente ingiusta, e l’ho fatto a testa alta, con grande dignità”.