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“Doveva scoppiare una bomba, ed invece è scoppiata nemmeno una miccetta”, ha detto il sindaco Gianluca Festa nel corso della conferenza stampa convocata a poche oredalle vicenda giudiziaria che lo vede protagonista in questi giorni.

Il riferimento del sindaco è a quelle voci “da strada”, “da bar”, ma soprattutto da ambienti politici di centrosinistra che da settimane presagivano un accadimento importante.

Tanto “importante”, che svariati esponenti e anche semplici sostenitori del campo largo, hanno preferito aspettare, così si diceva e si dice ancora negli ambienti già citati, l’esplosione della bomba per poi fare sintesi del proprio di candidato sindaco.

E chi è avellinese se dice di non aver sentito queste voci, mente sapendo di mentire.
Un attendismo, quello della coalizione “campo largo” , certamente determinato anche dalle difficoltà interne di trovare una sintesi su un candidato sindaco davvero condiviso. E non è un caso che nel momento in cui sono aumentate le quotazioni di una figura piuttosto di un’altra, il campo ha rischiato di sfaldarsi.

Pare ci sia voluto l’intervento direttamente dei riferimenti nazionali del Partito Democratico, per lanciare la figura di Antonio Gengaro come candidato sindaco, e ovviare alle resistenze, tra gli altri, del consigliere regionale Maurizio Petracca.

Un intervento che pare che non sia stato ancora risolutivo, tanto che questo fine settimana ce ne dovrebbe essere un altro e che vederebbe sedersi allo stesso tavolo Piero De Luca, Francesco Boccia, Maurizio Petracca e Michele Gubitosa, vice presidente del Movimento 5 Stelle.

Ci si chiede tuttavia, sempre tra quei famosi marciapiedi e bar avellinesi che per settimane hanno parlato di un possibile “terremoto” a Palazzo di città, perchè una coalizione così vasta che conta due partiti (Pd- M5S) diverse associazioni di centrosinistra (App- Controvento- Si Può”) che dovrebbe presentarsi al vaglio degli elettori come alternativa seria e credibile al sindaco Festa, aspetti quel che possa capitare all’avversario, per decidere solo successivamente il proprio destino.

Lo ha detto bene il deputato Gianfranco Rotondi:   “Esorterei tutti a un esercizio di moderazione: l’opposizione non pensi di cavalcare le inchieste, che sono cavalli dispettosi, pronti anzitutto a disarcionare chi li cavalca”.

Ed allora ora che la “bomba” è esplosa, il campo largo presenti il suo candidato sindaco. Ora. Non domani. Non dopo gli incontri romani.