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L’Irpinia per una nuova Campania“, questo il titolo dell’assemblea pubblica organizzata dalle forze del centrosinistra irpino per rilanciare la sfida del campo largo già proposta al Comune di Avellino, seppur sconfitta di poco al ballottaggio.

Ripartire e farlo insieme, superando l’esperienza del governatore Vincenzo De Luca: nulla contro la persona, ma la necessità di rispettare le normative e di non confondersi, come mette in evidenza Antonio Gengaro, candidato sindaco al Comune di Avellino e il riferimento dell’area Elly Schlein del Pd, evitare di mischiarsi in regole poco chiare come fatto dalla Regione Veneto con Luca Zaia.

Del resto Gengaro non giudica entusiasmante nemmeno l’esperienza dei consiglieri regionali DEM uscenti: “Noi pensiamo e speriamo che De Luca possa essere parte di questo processo. Detto ciò, ci riconosciamo nella legge nazionale che limita i mandati dei sindaci e dei presidenti di regione a due. Non è una questione personale, ma di rispetto per una regola. Noi siamo diversi dal centrodestra, dove si portano avanti prassi che ignorano questa regola. Si fa spesso l’esempio di Maroni, che ha avuto tre mandati, ma rappresentava forze politiche come la Lega, con un passato addirittura secessionista e lontano dai nostri valori. Noi ci riconosciamo nella cultura democratica del paese, una cultura che promuove la circolarità delle classi dirigenti. Bonaccini, in Emilia-Romagna, ha favorito il rinnovamento dopo il suo mandato, così come De Caro nella sua regione. Questo è il modello che ci ispira. Vogliamo essere concreti, offrire una prospettiva al popolo campano. De Luca, con il suo lungo impegno politico per Salerno e per la Campania, ha dato molto. Può senza dubbio avere un ruolo significativo in un processo di rinnovamento che guardi al futuro della nostra terra.

Per quanto riguarda la rappresentanza irpina in consiglio regionale, questo sarà deciso dai partiti. Personalmente, ritengo che i rappresentanti abbiano lavorato complessivamente bene, ma non condivido la legge regionale attuale. È una legge che penalizza i sindaci, costringendoli a dimettersi prima di candidarsi, lasciandoli così in una posizione di debolezza durante la campagna elettorale.

Inoltre, il limite del 2,5% previsto dalla legge è artificioso e difficilmente calcolabile, una norma che sembra costruita su misura per favorire i consiglieri regionali uscenti. Non vedo in questa legge l’interesse della regione Campania, ma piuttosto quello di una piccola casta che tutela sé stessa, trascurando il futuro dei nostri territori”.

Quindi la sfida del centrosinistra: “Cerchiamo – prosegue Gengaro – innanzitutto di ricostruire un centrosinistra organico, progressista e riformista per la regione Campania. Lavoriamo per un nuovo centrosinistra, per un nuovo campo progressista, partendo dai problemi concreti che ci riguardano: la sanità, i trasporti, il riequilibrio tra le aree interne e la fascia costiera, e le opportunità di investimento che sono necessarie, soprattutto nelle province più svantaggiate.

La riflessione deve partire da queste questioni, da questi problemi, sia quelli già affrontati sia quelli ancora da risolvere. Da qui, si cercherà poi di costruire una sintesi e individuare candidati che possano rappresentare questa vasta area sociale e politica, presente sia nel nostro paese sia nella nostra regione”.

Presente anche Giuseppe De Cristofaro, Senatore di Sinistra Italiana: “Il modello è sempre lo stesso: vale per Avellino, vale per le regionali, vale per le nazionali. Si tratta di costruire un campo largo, o comunque lo si voglia chiamare, una coalizione progressista che riunisca innanzitutto le forze di opposizione a livello nazionale. Parliamo dei partiti che, da due anni a questa parte, stanno facendo opposizione e che, in Parlamento, hanno raggiunto alcuni risultati positivi, come la battaglia per il salario minimo e il no all’autonomia differenziata. Da questi punti, penso sia necessario partire per costruire una vera discontinuità programmatica, fondamentale per una regione come la Campania.

La coalizione è una precondizione essenziale, ma da sola non basta. Va affiancata a una capacità di dialogo che consenta di entrare in comunicazione con tutti quei settori della società che oggi si sentono fortemente distanti dalla politica. Viviamo in una fase storica in cui una parte significativa della popolazione, in Campania e non solo, guarda alla politica con distacco.

Molti non votano e non partecipano. Questo, a mio avviso, dovrebbe essere il nostro principale obiettivo: trovare il modo di recuperare il voto e la partecipazione di centinaia di migliaia di persone in questa regione, che poi diventano milioni a livello nazionale. Per quanto riguarda Sinistra Italiana, la mia forza politica non ha sostenuto De Luca né nella prima né nella seconda legislatura. Non ne facciamo semplicemente una questione di mandati, anche se il limite dei mandati è un tema importante.

Abbiamo votato contro l’introduzione del terzo mandato anche per i sindaci dei comuni sotto i 15.000 abitanti, quindi è chiaro cosa possiamo pensare per le regioni o i comuni più grandi. Non ci piacciono le cariche a vita, ma il problema non è solo il numero dei mandati: è soprattutto una questione programmatica.

Occorre ripartire da assi strategici che oggi, nella nostra regione, stanno vivendo gravi difficoltà. La sanità campana è in sofferenza, i trasporti campani sono in sofferenza. È di questo che vorremmo discutere, non soltanto del numero dei mandati.

È vero che una parte importante della coalizione, in particolare il PD, sostiene maggioritariamente De Luca, sia con il voto sia con dichiarazioni pubbliche. Tuttavia, io mi attengo a ciò che ha detto la segretaria nazionale del Partito Democratico, che mi pare abbia espresso parole chiare e nette. Vedremo come evolveranno le cose nei prossimi mesi. L’ideale sarebbe arrivare a una coalizione ampia di centrosinistra, evitando divisioni, ma senza cadere in logiche ricattatorie”.