Una realtà di grande sofferenza: è quella del carcere italiano. Il primo, tra i tanti, problemi è sicuramente il sovraffollamento. In Italia sono stati superati i 57 mila detenuti, circa 9 mila in più rispetto ai posti disponibili. Una situazione di forte disagio che coinvolge anche l’Irpinia. La popolazione carceraria in eccesso è solo l’apice dei tanti problemi che affliggono l’istituzione. Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato: lo afferma l’art. 27 della Costituzione, ma spesso sono funzioni disattese.
Lo scorso mese di maggio, Rita Bernardini, presidente dell’Associazione Nessuno Tocchi Caino ha fatto tappa ad Avellino (leggi qui) dopo aver visato le strutture detentive della Provincia, definendo la situazione tra luci e ombre. Un sistema penitenziario che ha un costo di 3 miliardi e 200 milioni di euro all’anno. Un dato esorbitante, considerando che la giustizia in Italia ha un finanziamento di 7 miliardi di euro. Una situazione a dir poco esplosiva per i carcere di Avellino, Ariano Irpino e Sant’Angelo Irpino. Quest’ultimo descritto “come modello” per certi versi. Resta l’allarme per il Bellizzi Irpino e la casa circondariale del Tricolle.
La rivolta dello scorso 17 maggio ad Avellino, balzata alle cronache nazionali (leggi qui) ha fatto scattare un campanello d’allarme non indifferente. Senza dimenticare i vari episodi di violenza, ritrovamenti di telefoni o droga. Una situazione affrontata anche da Samuele Ciambriello, garante dei diritti dei detenuti che nelle scorse settimane ha fatto tappa in Irpinia (leggi qui) denunciando la carenza di personale per le carceri irpine. Persone spesso e volentieri vittime di violenza. Le denunce dei giorni scorsi parlano chiaro. Due giorni fa un agente in seguito all’ennesima aggressione messa in essere da un detenuto recidivo, sottoposto al 14 bis ha rimediato una prognosi di dieci giorni (leggi qui). E non solo.
La notte scorsa gli agenti della polizia penitenziaria hanno sequestrato 950 grammi di hashish, 215 grammi di cocaina e 24 telefoni tra smartphone e microcellulari (leggi qui). Una situazione in Irpinia paragonabile ad una polveriera pronta ad esplodere nell’indifferenza di chi continua ad essere sordo agli appelli di agenti e sindacati. Il tutto mentre l’Europa “bacchetta” l’Italia per presunte inadempienze invitandola a prendere provvedimenti immediati, visto i tanti suicidi in dietro le sbarre: nel 2022 sono stati 85 i detenuti che si sono tolti la vita e quest’anno, in meno di sei mesi, sono già 30.
Carcere di Avellino alla deriva: il 10 luglio manifestazione di protesta