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Il Comunicato Stampa  SLC Cgil -Uil Poste-Ugl Poste-Failp Cisal Avellino su : PIANO AZIENDA POSTE, QUATTRO SINDACATI IRPINI CHIEDONO RISPOSTE CONCRETE IN PARTICOLARE SUL NODO “INIDONEI”*:

“Azienda Poste Italiane ha posto in essere un progetto PCL (riferimento ad un progetto aziendale del 2018 che prevede una nuova riorganizzazione).
Il progetto prevede una rimodulazione organizzativa orientata, tenendo in considerazione la riduzione della posta tradizionale e contestuale crescita mercato e- commerce.
Si rende necessario attuare metodologie operative nei filoni tradizionali di smistamento, logistica, ripartizione e recapito.
Nel piano si evidenziano tre direttrici di intervento da parte dell’azienda postale: accentramento, lavorazione interna, smistamento e recapito.
Successivamente è stato sottoscritto un accordo con le segreterie sindacali nazionali del 2 agosto 2022 e il 21 novembre successivo (accordo che purtroppo, segnalano le sigle sindacali irpine, sul nostro territorio fa emergere varie criticità).
Nell’accordo si prevede l’accentramento su determinati nodi definiti dall’azienda e dai sindacati dove dovevano confluire le lavorazioni interne del personale non idoneo al ruolo di recapito.
Il piano aziendale Iascia diverse perplessità, già espresse nei vari tavoli di monitoraggio tra azienda e sindacati.
I rappresentanti delle quattro sigle sindacali irpine che si sono incontrati questa mattina ad Avellino, hanno chiesto correttivi a stretto giro come la gestione degli inidonei e la relativa formazione.

Nei tavoli di monitoraggio emerge la mancanza della volontà aziendale di condividere e discutere insieme i dati emersi nella fase di monitoraggio del progetto in alcuni centri distribuzione già implementati.
Inoltre si lamenta l’impossibilità di correggere le varie criticità nei centri distribuzione già implementati.
In Irpinia ci sono centri distribuzione posizionati tra loro con distanze anche oltre 70 chilometri mentre erano previsti, nel Piano, al massimo 30 chilometri.
Accade ad esempio che lavoratori inidonei debbano partire da Avellino e iniziare il turno nel nodo accentrante a Napoli alle 4:30 e viceversa con non poche difficoltà per i lavoratori stessi.
L’azienda sostiene che quanto concordato dalle segreterie nazionali è ratificato dal comitato nazionale Rsu e non richiede ulteriori azioni.
Peccato, sostengono i rappresentanti delle quattro sigle irpine, che per la mancanza di personale stabile, in particolare portalettere, si cerchi di rimediare mettendo in campo modalità di assunzioni temporanee altamente discutibili con contratti a tempo determinato (a questo va aggiunta la carenza di formazione specifica che possa aiutare i lavoratori nel passaggio alle nuove metodologie).

A questo va aggiunto che la gestione degli inidonei si porta avanti con un evidente “clientelismo” che non prende in considerazione le criticità emerse ai vari tavoli di monitoraggio e sottolineate dalle nostre 4 sigle sindacali.

In sintesi, i rappresentanti delle quattro sigle sindacali lamentano quelle che definiscono scelte a dir poco discutibili come la “chiamata” di dipendenti da spostare da un ufficio all’altro per propria inidoneità, nell’arco di pochi giorni senza aver avuto la possibilità di un confronto tra i dipendenti stessi ed i propri sindacati, mentre il piano prevedeva che i dipendenti in oggetto venissero interpellati 30 giorni prima di ricevere l’applicazione del trasferimento.
I sindacati chiedono all’azienda di definire, attraverso visite mediche il grado di inidoneità e successivamente procedere utilizzando una graduatoria con scelta legata a criteri di anzianità o malattia.
Anche i tavoli di monitoraggio andrebbero svolti con un confronto reale sulla corretta implementazione del progetto.
Ad oggi ci appaiono meri incontri interlocutori che non portano ad alcuna soluzione in particolare per i lavoratori, a tutela dei più deboli e della clientela stessa.

La situazione sottoposta all’attenzione degli organi di informazione con questa missiva sarà argomento di discussione anche nei prossimi giorni perché attiene a lavoratori che per noi sono “fasce deboli”, dipendenti che non intendiamo abbandonare e sul tema informeremo le Istituzioni interessate chiedendo finalmente quell’ ascolto e quel confronto che non abbiamo riscontrato fino ad oggi nei tavoli di monitoraggio.