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Si è aperta davanti alla Corte d’Assise del Tribunale di Avellino la fase dibattimentale del processo a carico di Massimo Passariello, 39 anni, accusato dell’omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dalla crudeltà ai danni di Giuseppe Tirone, 51 anni, entrambi di Cervinara. Il caso, che ha scosso la comunità irpina, riguarda un episodio di brutale violenza avvenuto dopo anni di presunti screzi tra vittima e imputato.

La ricostruzione dei fatti

Secondo l’accusa, la notte del delitto Passariello avrebbe cosparso Tirone di un liquido infiammabile dopo un litigio, dandogli fuoco. L’uomo, trasportato d’urgenza all’ospedale Cardarelli di Napoli, morì dopo dieci giorni di agonia a causa delle ustioni riportate. Il movente del gesto sarebbe legato a una lunga serie di tensioni e denunce per molestie e danneggiamenti.

Le prove e le testimonianze in aula

Durante l’udienza, gli avvocati difensori Vittorio Fucci e Domenico Cioffi hanno presentato documentazione che attesterebbe precedenti denunce sporte non solo da Passariello, ma anche dalla moglie e da altri cittadini nei confronti di Tirone, accusato di molestie in stato di ubriachezza. Tra le prove acquisite, anche fotografie dei danni che la vittima avrebbe causato la notte prima dell’omicidio alla porta di casa dell’imputato. Hanno testimoniato il Vice-Ispettore Fantasia e l’Ispettore Miele del Commissariato di Polizia di Cervinara, intervenuti sul luogo dell’accaduto. I due agenti hanno confermato di conoscere Passariello come un lavoratore e uno di loro ha dichiarato di essere a conoscenza delle denunce a carico di Tirone, alcune delle quali presentate persino dai suoi stessi genitori.

Il padre della vittima conferma le denunce

Uno dei momenti più significativi dell’udienza è stata la testimonianza di Michele Tirone, padre della vittima, che si è costituito parte civile nel processo. Inizialmente, ha descritto il figlio come una brava persona, ma incalzato dalle domande dell’avvocato Fucci ha ammesso di averlo denunciato in passato e di essere stato persino responsabile di un suo arresto. Ha inoltre confermato che Giuseppe Tirone, quando era ubriaco, molestava e provocava spesso le persone.

Alla presenza del Pubblico Ministero Celia Annecchini e degli avvocati di parte civile Stincone, De Maria e Cecere, la Corte d’Assise ha aggiornato il processo al 24 marzo, quando proseguirà l’istruttoria dibattimentale.