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Il bando per l’utilizzo per i prossimi 2 anni del Partenio-Lombardi è andato deserto. Neanche l’US Avellino 1912 ha presentato la sua offerta, al termine della scadenza del bando fissato per la giornata di giovedì. La gara, ovviamente, si rifarà con un prezzo al ribasso che dapprima era di 170mila euro (da spalmare in due anni, ndr.).

E’ chiaro che si tratta di uno step fondamentale per l’iscrizione al prossimo campionato, visto che la società guidata dalla famiglia D’Agostino deve indicare lo stadio dove disputerà le gare interne. Uno scenario che arriva dopo la conferenza stampa (leggi qui) tenuta dalla II Commissione Trasparenza in cui i consiglierei Ettore Iavocacci e Dino Preziosi hanno snocciolato i presunti debiti in capo alla gestione dell’impianto di Contrada Zoccolari a partire dal 2007. Ad oggi – secondo quanto affermato dai due consiglieri – la cifra si aggira intorno al milione e duecentomila euro. Da quella data, però, sono passate ben quattro società al timone dell’US Avellino: Pugliese, Taccone, De Cesare e appunto D’Agostino.

La prima chiusa da anni sia dal punto di vista della matricola e della partita iva; la seconda in liquidazione dallo scorso anno mentre la terza è stata acquisita, appunto, dall’attuale società biancoverde. Quest’ultima che in fase di costituzione della convenzione ha rateizzato il debito di 700mila euro. Nelle scorse settimane, la dirigente al ramo Filomena Smiraglia che nel sottoscrivere la convenzione del 2023 ha ammesso che i conti della società irpina sarebbero in regola.