“Non luogo a procedere”. Con questa motivazione il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Avellino, il magistrato Paolo Cassano, ha assolto l’imprenditore avellinese di 30 anni, accusato di maltrattamenti nei confronti della moglie, una 31enne della Piana del Sele e madre di tre bambini minori, scappata via di casa mentre il marito era al lavoro in Trentino, insieme all’ex parroco di Oliveto Citra, nell’ottobre dello scorso anno.
L’imprenditore, difeso dall’avvocato cassazionista Pierluigi Spadafora, era stato denunciato dalla moglie, per presunti maltrattamenti che sarebbero avvenuti a partire dal 2013. Una storia di circa dieci anni di presunte violenze che, stando alla denuncia della 31enne, sarebbero avvenute tra la Valle del Sele e l’Irpinia. Secondo quanto denunciato infatti, l’imprenditore avrebbe quotidianamente maltrattato la moglie con condotte aggressive e violente e con cadenza settimanale, in preda all’ira, avrebbe danneggiato i suppellettili in casa, minacciando la donna di ucciderla insieme alla loro figlioletta. Fatti a cui, nel 2021 si sarebbero aggiunti altri episodi ad aggravare la situazione che avrebbe visto l’uomo percuotere, strattonare e tentare di strangolare la moglie, con la giustificazione di un eventuale tradimento da parte della moglie. Vicende che sempre secondo quanto riferito agli inquirenti dalla donna, avrebbero spinto la trentunenne a lasciare la propria abitazione insieme ai tre figlioletti minorenni per rifugiarsi all’interno di un residence.
Abbandono della casa da parte della donna che, stando a quanto denunciato in una lunga querela presentata alla Procura della Repubblica da parte della signora, avrebbe comportato una serie di telefonate e messaggi da parte del marito sul cellulare della moglie e nelle quali l’uomo, in preda alla disperazione, avrebbe minacciato la moglie di distruggerla e di togliersi la vita, oltre che a pedinare la donna dinanzi al residence e minacciandola tramite i figli a cui avrebbe chiesto notizie della madre, di toglierle l’affidamento dei figli e impedirgli di avere contatti con la figlia che in un primo momento si trovava a casa del padre.
Fatti questi, che avevano portato il Sostituto Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Avellino, Lorenza Recano, a disporre il giudizio nei confronti del marito, finito sotto inchiesta. Giunto dinanzi al Gip con l’accusa di maltrattamenti in famiglia, l’imprenditore, assistito dall’avvocato Spadafora, è stato ascoltato e interrogato, e dopo mesi di querelle giudiziarie, ieri è arrivata l’assoluzione con il non luogo a procedere. Per il Gip quindi, le accuse sono infondate e l’imprenditore è innocente. “Una sentenza che restituisce serenità al mio assistito che per mesi è stato vittima di un vero e proprio incubo- ha commentato all’uscita del tribunale, l’avvocato Pierluigi Spadafora. -Le accuse- ha sottolineato il legale- si sono rivelate infondate a dimostrazione -ha aggiunto- che bisogna avere fiducia nella Giustizia”.
Tra marito e moglie inoltre, è in corso dinanzi al giudice civile del tribunale avellinese, una causa di separazione mentre la donna, che convive con i figli in un altro paese era stata denunciata dal marito per abbandono del tetto coniugale. Fatto quest’ultimo che sarebbe scaturito a seguito dell’innamoramento tra la 31enne e l’ex parroco di Oliveto Citra, che dopo l’episodio, ha deposto l’abito talare, suscitando clamore in paese e facendo giungere parole di vicinanza e scuse finanche dal Vescovo della Diocesi di Salerno, Monsignor Andrea Bellandi, nei confronti del marito della donna.
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Parrocchiana in fuga d’amore con il parroco, marito assolto dal Gip dall’accusa di maltrattamenti
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