Trascinato giù dall’aereo e picchiato dalla polizia a Fiumicino nel giorno di Natale. E’ quanto ha denunciato l’ex giocatore del Genoa e dell’Avellino calcio, ed ora nelle file della serie B israeliana con il Bnei Sakhnin, Stephane Omeonga.
La denuncia arriva sui social anche con un video in cui si vedono gli agenti che portano di forza giù dall’aereo, proveniente dal Belgio in transito a Fiumicino e diretto a Tel Aviv, il calciatore. Un trattamento che per il protagonista avrebbe il sapore del razzismo. Ma da fonti di polizia si precisa che gli agenti della Polaria sono intervenuti poichè il calciatore belga “sarebbe stato sulla black list di Israele”.
Il centrocampista è già stato denunciato per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni e dopo il suo lungo post su Instagram rischia anche una denuncia per diffamazione. Non è escluso dunque che la magistratura potrebbe aprire un fascicolo. Nel video che Omeonga ha postato si vedono due poliziotti che, entrati nell’aereo, vanno verso il calciatore, lo costringono ad alzarsi prendendolo per il collo e lo portano fuori a forza. Prima però, sottolineano fonti di polizia, c’era stata una mediazione con il centrocampista durata 40 minuti.
Il giocatore, con un passato in Italia anche nell’Avellino e nel Pescara, racconta che dopo essere salito a bordo e aver preso posto “uno steward mi ha avvicinato per un presunto problema con i miei documenti e mi ha chiesto di lasciare l’aereo. Confidando nella validità dei miei documenti, gli ho chiesto con calma che tipo di problema fosse. È stata chiamata la polizia e sono stato ammanettato e portato via con la forza dall’aereo”.
Un intervento, precisano fonti di polizia, arrivato su richiesta del capo scalo e del comandante della compagnia aerea.
Lontano dalla vista dei testimoni, prosegue il giocatore, “la polizia mi ha violentemente gettato a terra, mi ha picchiato e uno di loro ha premuto il ginocchio contro la mia testa. Sono stato poi portato in un veicolo della polizia, ammanettato come un criminale, fino all’aeroporto. È arrivata un’ambulanza, ma io, in stato di choc, non ero in grado di rispondere alle domande dei paramedici. Poco dopo, dalla radio dell’auto della polizia ho sentito dire: ‘Ha rifiutato le cure mediche, va tutto bene’. Questo era completamente falso, ho chiesto di portarmi in ambulanza, spaventato da quello che la polizia poteva farmi”.
Lontano dalla vista dei testimoni, prosegue il giocatore, “la polizia mi ha violentemente gettato a terra, mi ha picchiato e uno di loro ha premuto il ginocchio contro la mia testa. Sono stato poi portato in un veicolo della polizia, ammanettato come un criminale, fino all’aeroporto. È arrivata un’ambulanza, ma io, in stato di choc, non ero in grado di rispondere alle domande dei paramedici. Poco dopo, dalla radio dell’auto della polizia ho sentito dire: ‘Ha rifiutato le cure mediche, va tutto bene’. Questo era completamente falso, ho chiesto di portarmi in ambulanza, spaventato da quello che la polizia poteva farmi”.
Ma non è finita, secondo quanto riferisce Omeonga, chiuso in una stanza starebbe stato lasciato “senza cibo né acqua, e in uno stato di totale umiliazione per diverse ore”. Al suo rilascio ha appreso che un agente di polizia “aveva sporto denuncia contro di me per le lesioni presumibilmente causate durante l’arresto, nonostante fossi ammanettato. Inoltre, a tutt’oggi, non ho ricevuto alcuna giustificazione per il mio arresto. Come essere umano e come padre, non posso tollerare alcuna forma di discriminazione”.
Secondo il calciatore belga questo arresto è “solo la punta visibile dell’iceberg. Molte persone che mi somigliano non possono trovare lavoro, non hanno accesso alla casa o non possono partecipare agli sport che amano, semplicemente perché sono nere”.