Non è soltanto un’altra partita. Non è nemmeno solo la fine di una stagione. Questa sera, ad Avellino, si scrive qualcosa che va oltre il calcio, oltre la classifica, oltre ogni vittoria: si scrive appartenenza, si celebra un’identità.
Il Partenio-Lombardi si riempirà ancora una volta come nei giorni migliori. Nonostante la pioggia annunciata, nonostante il calendario dica che il campionato ha già detto la sua verità, Avellino si ritrova. E non è una novità: è la legge non scritta di un popolo che non conosce resa.
Contro il Team Altamura, la squadra di Raffaele Biancolino scenderà in campo con l’obiettivo di eguagliare il record delle undici vittorie consecutive. Un risultato che profuma di storia, di battaglie vinte, di strade percorse sotto il sole cocente e nella tempesta. Non sarà il miglior Avellino possibile, non sarà l’undici titolare delle grandi occasioni: stasera sarà in campo una squadra coraggiosa, affamata e di chi ha trovato poco spazio in stagione. Ma in ogni rincorsa, in ogni tackle, in ogni sguardo verso la Curva Sud, ci sarà qualcosa che nessun avversario può arginare: il peso e la leggerezza di una maglia che vale una vita intera.
Attorno, la città risponde. La Curva Sud ha chiamato, il popolo si muove. Sciarpe, bandiere, cori che cominciano già ore prima del fischio d’inizio, cori che attraversano strade e vicoli, trasformando Avellino in un’unica, enorme festa. Le misure di sicurezza straordinarie non fermano l’ondata biancoverde che si riverserà verso il suo tempio di Contrada Zoccolari.
C’è un sapore speciale, questa sera. Non solo la voglia di vincere. Non solo il desiderio di celebrare. C’è la consapevolezza che il calcio, ad Avellino, è qualcosa di più. È memoria di chi c’era e non c’è più. È la voce rauca di chi ha gridato “Forza Lupi” in ogni categoria, senza distinzione tra Serie A e Serie D, ma soprattutto ad una settimana dal ritorno in cadetteria. Dopo sette lunghi anni. Da quel maledetto 2018 quando l’Avellino fu esclusa dalla Serie B. È la carezza di un padre o di un nonno sulla testa di un figlio o nipote, mentre gli racconta di Barbadillo, Vignola, Juary. È la promessa che, qualsiasi cosa accada, la storia non verrà mai tradita.
E allora, anche se stasera la classifica conta relativamente, anche se la promozione si è già tinta di biancoverde, anche se il futuro bussa con forza, l’Avellino sa che ogni momento va vissuto fino in fondo.
Perché ogni volta che il Lupo scende in campo, ogni volta che la Curva si alza in piedi, ogni volta che il Partenio esplode in un boato, il passato, il presente e il futuro si fondono in un solo, eterno istante. Stanotte sarà il Partenio-Lombardi a raccontare un’altra storia. Una storia fatta di fatica, di sudore, di abbracci, di bandiere alzate contro il cielo. Una storia di Lupi che non hanno mai abbassato lo sguardo, che hanno resistito a tutto, che ancora una volta sono pronti a correre, a combattere, a vincere. Non sarà solo una festa. Non sarà solo una partita.