“Nonostante anni di segnalazioni e comunicati stampa, i Monti Picentini continuano a essere oggetto di un saccheggio delinquenziale del proprio bene più prezioso: gli alberi. L’interessamento di alcuni dei luoghi più frequentati a livello turistico, fiori all’occhiello del nostro territorio (è il caso di Ripe della Falconara tra Montella e Volturara, dei Piani Migliato di Bagnoli e Calabritto e del Piano Acque Nere nel Comune di Montella), dà la misura di un fenomeno che evidentemente sfugge al controllo delle autorità preposte, ormai sempre più aggressivo e sfrontato”. La denuncia delle associazioni GUFI – Gruppo Unitario per le Foreste Italiane, ASA – Associazione per la Salvaguardia dell’Ambiente, Rete Volturara SOS Natura, Wilderness Italiana – Sezione Hirpus (AV), Ambiente è/e Vita – Sezione di Avellino, Fototrappolaggio Naturalistico Partenio.
“Il danno ambientale e paesistico è incalcolabile. È opportuno sottolineare che il numero di piante recise o mutilate è indice di qualcosa che va ben oltre l’interesse di singoli privati: la gravità dei fatti dovrebbe indurre a verificare la sussistenza di un vero e proprio mercato nero del legname. Il comportamento degli enti locali di fronte a fatti di tale gravità è del tutto inadeguato! I comuni dovrebbero rendere conto in maniera puntuale delle misure che adottano, se le adottano, come pure la Comunità Montana Terminio-Cervialto, che lungi dal non essere competente in merito, è da ritenersi invece attore protagonista della vigilanza ambientale.
Quanto al Parco Regionale dei Monti Picentini, il Presidente Pompeo D’Angola ha recentemente dichiarato la volontà di installare fototrappole al fine di contrastare il fenomeno. Tuttavia, visto che in passato si è già proceduto in questa direzione senza risultati significativi, chiediamo di conoscere i termini precisi di questo intervento, perché com’è noto, l’utilizzo di fototrappole necessita dell’approvazione di un regolamento e del posizionamento di cartelli informativi che avrebbero il risultato di spostare il fenomeno in altro luogo.
Auspichiamo pertanto l’installazione di almeno una telecamera fissa con lettore di targa in prossimità degli accessi carrabili alle aree interessate dai furti di legname: con una spesa limitata si può immediatamente invertire la rotta. In conclusione, il problema dei tagli abusivi non deve essere più tollerato, anche perché rischia di trasformarsi in fenomeni delinquenziali di più vasta portata. Riteniamo che il buon nome dell’Irpinia non meriti di essere sporcato da tali atti e da un silenzio complice e assordante, che vanifica tante belle parole sulla presunta superiorità morale del nostro territorio”.