Ha preso il via questa mattina anche a Montevergine al Giubileo della Speranza. Un evento che ricorre ogni 25 anni e che per milioni di cristiani simboleggia l’incontro personale con Cristo, ragione della nostra salvezza. L’asse centrale che evidenzia questo Giubileo è “La speranza non delude“.
Questo il messaggio pronunciato dall’Abate Dom Riccardo Luca Guariglia: “In questa domenica, ottava di Natale, carissimi fratelli e sorelle, ci uniamo tutti nella contemplazione della Santa Famiglia. Un Inno riportato dalla Liturgia delle Ore ci fa cantare: “O famiglia di Nazareth, esperta nel soffrire, dona al mondo la pace”. Davvero la Vergine Maria, San Giuseppe e Gesù stesso, fin da bambino, sono esperti del soffrire. Essi hanno vissuto la sofferenza fisica ma anche quella interiore, il dramma dell’incomprensione, di entrare nel mistero della volontà di Dio, di accettarla fino alla croce. Non sono stati risparmiati dalla sofferenza, e questo rende in qualche modo nostri intercessori e compagni affidabili e credibili: solo chi soffre può capire chi soffre, perché lo capisce non per ragionamento, ma per esperienza.
Chiediamo al Signore la pace per le nostre famiglie, e per quelle che più fanno fatica a dare spazio al perdono, alla comunione, alla serenità. Inoltre, possiamo anche aprirci alla condivisione delle sofferenze di altre famiglie. Non per sentirci migliori, ama per condividere quanto abbiamo appreso dalle circostanze della vita, specialmente quelle dolorose.
E con questo spirito che noi, oggi, in questa chiesa Cattedrale diamo inizio al Giubileo del 2025, Giubileo della Speranza, come abbiamo ascoltato all’inizio di questa celebrazione. “Per tutti, possa essere un momento di incontro vivo e personale con il Signore Gesù, «porta» di salvezza (ofr. Gu 10,7.9); con Lui, che la Chiesa ha la missione di annunciare sempre, ovunque e a tutti quale «nostra speranza»(1Tm 1,1)”, ci ha ricordato Papa Francesco.
Oltre alla speranza, nella Bolla di Indizione, papa Francesco ci indica altri segni per vivere il giubileo: il primo segno è la pace per il mondo. “Il Giubileo ricordi che quanti si fanno «operatori di pace saranno chiamati figli di Dio» (Mt 5,9). L’esigenza della pace interpella tutti e impone di perseguire progetti concreti. Non venga a mancare l’impegno della diplomazia per costruire con coraggio e creatività spazi di trattativa finalizzati a una pace duratura”.
Tutti in questo Anno giubilare, dobbiamo offrire segni di speranza agli ammalati, i giovani, i migranti, gli anziani e i poveri. Sono loro i destinati della nostra conversione e della nostra attenzione. Carissimi fratelli e sorelle, ci ricorda il Papa: ” La speranza, insieme alla fede e alla carità, forma il trittico delle “virtù teologali” che esprimono l’essenza della vita cristiana cfr. 1Cor 13,13; 1Ts 1,3).
Nel loro dinamismo inscindibile, la speranza è quella che, per così dire, imprime l’orientamento, indica la direzione e la finalità dell’esistenza credente. Perciò l’apostolo Paolo invita ad essere «lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera» (Rm 12,12). Sì, abbiamo bisogno di «abbondare nella speranza» (cfr. Rm 15,13) per testimoniare in modo credibile e attraente la fede e l’amore che portiamo nel cuore; perché la fede sia gioiosa, la carità entusiasta; perché ognuno sia in grado di donare anche solo un sorriso, un gesto di amicizia, uno sguardo fraterno, un ascolto sincero, un servizio gratuito, sapendo che, nello Spirito di Gesù, ciò può diventare per chi lo riceve un seme fecondo di speranza. Ma qual è-il fondamento del nostro sperare? Per comprenderlo è bene soffermarci sulle ragioni della nostra speranza (cfr. 1Pt 3,15). A Maria, affidiamo l’inizio del Giubileo in questa chiesa che è in Montevergine. A lei donna della Speranza affidiamo tutti i pellegrini che quest’anno darcheranno le porte del nostro santuario; a lei rivolgiamo i nostri occhi per incrociare i suoi occhi misericordiosi e condurci al suo amato Figlio.
“Lasciamoci fin d’ora attrarre dalla speranza e permettiamo che attraverso di noi diventi contagiosa per quanti la desiderano. Possa la nostra vita dire loro: «Spera nel Signore, sü forte, si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore» (Sal 27,14). Possa la forza della speranza riempire il nostro presente, nell’attesa fiduciosa del ritorno del Signore Gesù Cristo, al quale va la lode e la gloria ora e per i secoli futuri “
Amen