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Si è conclusa con una sentenza di assoluzione la storia giudiziaria di I.L., 21anni, di Cervinara finita sotto processo per occupazione abusiva di un immobile. Il caso, trattato dal Tribunale penale di Avellino, ha visto l’imputata difendersi dall’accusa di aver preso possesso senza permesso di una casa altrui. Ciò che ha portato alla decisione di assolverla è stata la circostanza che ha spinto la donna a tale scelta: una necessità impellente e drammatica di garantire un rifugio sicuro per sua figlia minorenne.

La donna, trovandosi in condizioni economiche critiche e senza un’alternativa abitativa, aveva deciso di occupare un immobile abbandonato, per non lasciare la figlia senza un tetto sopra la testa. Nel corso del processo, la difesa ha argomentato che l’occupazione non fosse dettata da scelte deliberatamente illecite, ma da una condizione di emergenza per proteggere la salute e la sicurezza della minore. L’avvocato Giovanna Coppola ha presentato una linea basata sul principio di necessità: non si trattava di un atto premeditato per eludere la legge, ma di un’azione disperata di una madre costretta a tutelare il benessere della figlia. Il giudice, ascoltate le testimonianze e valutati i fatti, ha accolto la tesi difensiva, riconoscendo che la 21enne aveva agito in stato di necessità. La sentenza ha stabilito che “il fatto commesso non costituisce reato,” proprio perché la necessità di salvaguardare la figlia minorenne ha giustificato il comportamento di della ragazza, che ora è stata definitivamente scagionata.