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“Sono consigliere comunale da 20 anni e, al netto dei progressi che nell’ultimo ventennio si sono, o sarebbero dovuti, compiere in tema di pari opportunità, una vicenda come quella dell’ultimo Consiglio comunale non mi era mai capitato”.

Nancy Palladino, consigliere del gruppo di opposizione “Atripalda Futura” torna sul caso dei messaggi inviati dal sindaco Paolo Spagnuolo nel corso dell’ultima seduta consiliare, definiti dalla destinataria “dai contenuti irrispettosi e destabilizzanti”.   

Lo fa durante una conferenza stampa convocata questo pomeriggio insieme agli altri membri del gruppo, il capogruppo Geppino Spagnuolo e il consigliere Mirko Musto.


Continuo a sentirmi estremamente vulnerabile rispetto a quando accaduto- commenta la Palladino- Mi fa rabbia che da donna debba ancora confrontarmi con pregiudizi e un sessismo condito, perchè no, na omofobia. Sono decenni che lotto per la mia Atripalda, per una Atripalda migliore. Io sono un’attivista della Apple Pie e devo dire che abbiamo sfidato il freddo, abbiamo aperto lo sportello per parlare di discriminazione, sono sempre stata a disposizione del mio paese che amo. 
Non ho mai voluto lasciare. Sono sempre rimasta qua nonostante avessi avuto anche altre occasioni e quindi io spero di meritare l’affetto del paese e delle donne che avranno bisogno di essere aituate”.

Ma che avrebbe dovuto fare il sindaco Spagnuolo dopo l’invio di quel messaggio che, dice, sia stato inviato per sbaglio e non destinato alla Palladino?

“Premetto- dice sul punto Palladino– che nel parapiglio di quella seduta mi sono stupita che le consigliere donne non abbiano almeno avuto la curiosità di capire cosa stesse succedendo quando mi sono agitata alla lettura del messaggio. 
Poi evidentemente si è reso conto il Sindaco che probabilmente era il caso di interrompere un attimo i lavori, blaterando scuse che questo messaggio non era rivolto a me. Ma il punto non è questo il punto è che tu sei primo cittadino e non ti puoi permettere di distrarti anche con la chat del calcetto.

Se forse, a testa bassa si fosse assunto la responsabilità delle sue parole chiedendo scusa era già qualcosa. Ed invece lui e tutto il suo gruppo pretendono di aver sempre ragione, a prescindere, anche su fatti gravi come quello che mi è accaduto”.