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Parterre d’eccezione al Conservatorio Cimarosa di Avellino per la celebrazione del 171° Anniversario della Fondazione della Polizia di Stato e per la premiazione di alcuni agenti distintosi in attività di servizio.

Con l’accompagnamento dell’Orchestra di fiati e percussioni del Cimarosa, la compagine
concertistica, diretta dal Maestro Marcello Martella, ha suonato in apertura di manifestazione l’Inno di Mameli.

E’ stato il Questore Maurizio Terrazzi a ricalcare il significato di una storia lunga 171 anni: “Il nostro modo di lavorare è sempre lo stesso, quello di esserci. È il nostro scopo di vita istituzionale esserci sempre per corrispondere alle esigenze ed aspettative di sicurezza dei cittadini del suo territorio. Questo è il nostro dovere, ma anche il nostro orgoglio.
Occasioni del genere servono anche per fare un bilancio,  perparlare del momento attuale con le cronache che ci consegano diversi episodio di aggressitivà  in provincia di Avellino città.

Noi dobbiamo per abitudine mentale e professionale preoccuparci sempre quando avvengono fatti gravi. Lo notiamo questa aggressività crescente. Poi si possono anche fare varie analisi sulle cause, non spetta a me quello che  spetta a noi è cercare di dare il nostro contributo magari insieme ad altre agenzie educative per riportare diciamo la febbre un dato accettabile e ci facciamo lavorando sempre”.
Qual è il messaggio che vuole lanciare anche ai suoi questo”.

Da parte del Questore anche e soprattutto “grazie a tutti i miei collaboratori, funzionari,  poliziotti dipendenti, ma soprattutto grazie ai cittadini di questo territorio, di questa bellissima terra che mi ha consentito di fare un’esperienza professionale e umana unica. E grazie a voi”.

Una città, quella di Avellino, che diventa sempra più violenta: “Registriamo molti furti nelle abitazioni di Avellino e dell’hinterland- prosegue Terrazzi- Chi subisce un furto ha tutto il diritto di sentirsi offeso, anche se come ho già rilevato in altre occasioni il lavoro che si fa di prevenzione proprio sui furti in abitazione insieme ai colleghi dell’Arma è straordinario. Non dobbiamo propagandare nulla. Però nell’ultimo mese abbiamo dimezzato in tutta la provincia il problema che queste bande di predoni fanno,  magari un quartiere cercano di volta in volta la casa che è aggredibile e quindi è chiaro che in quel territorio, in quel quartiere la sensazione è di criticità che aumenta. Quindi è compito anche nostro cercare di lenire questa preoccupazione non con operazioni di facciata ma conseguenze concrete”.

E sulla movida violenta: “Si tratta di episodi che ci devono far pensare, ma che non  devono nemmeno essere enfatizzati perché, al di là poi delle conseguenze che speriamo sempre non gravi dal punto di vista della incolumità fisica, ma ci dobbiamo anche preoccupare di un presidio che non sia preso o percepito come un’oppressione militare del territorio, ma una presenza che rassicuri anche durante le ore notturne quando, purtroppo, l’abuso di sostanze alcoliche e non solo crea quasi nel 90% le problematiche di cui parliamo”.

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