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“Ancora una volta, come già accaduto nel recente passato, siamo costretti a dover denunciare, in maniera passiva, lo scempio che viene perpetuato nei confronti della nostra popolazione, dei nostri territori, da parte dei poteri forti. Ormai privi di una classe politica e dirigente capace di difendere i diritti di noi cittadini e preservare il nostro già mediocre tenore di vita, giorno dopo giorno veniamo anche privati dei servizi essenziali. A dimostrazione di quanto sopra detto la BPER BANCA ha deciso, dopo aver chiuso poco più di due anni fa lo sportello di via Macchia, di chiudere anche la filiale allocata presso Collina Liguorini, decisione avallata dal direttore territoriale di turno“. Così in una nota firmata dalla FABI (Federazione Autonoma Bancari Italiani).

“Purtroppo su tali decisioni noi del sindacato possiamo solo dissentire ,o cercare una mobilitazione per sensibilizzare l’animo di coloro che hanno preso tale decisione. Nello specifico si tratta dell’unico sportello bancario in città che fornisce al cittadino la custodia di suppellettili e oggetti di valore con volumetria maggiore di quelli facilmente preservabili nelle semplici cassette di sicurezza. Niente altro. Menomale che i nuovi banchieri da Andrea Orcel a Carlo Messina, da Carlo Cimbri a Giuseppe Castagna etc, in ogni apparizione pubblica si riempiono la bocca affermando che hanno a cuore il progresso delle persone e delle comunità in cui operano. Se così non fosse cosa succederebbe nelle piccole comunità come la nostra? Niente altro. Menomale che i nuovi banchieri da Andrea Orcel a Carlo Messina, da Carlo Cimbri a Giuseppe Castagna etc, in ogni apparizione pubblica si riempiono la bocca affermando che hanno a cuore il progresso delle persone e delle comunità in cui operano. Se così non fosse cosa succederebbe nelle piccole comunità come la nostra? In questo breve comunicato senza entrare nel merito dei numeri, tutti favorevoli alla filiale in dismissione, denunciamo il grave impatto negativo che tale chiusura arrecherà ai nostri clienti/cittadini,e, i disagi che andranno a ricadere su una fetta della popolazione soprattutto quella piu’ anziana che non he le competenze e le attrezzature informatiche per operare da remoto attraverso l’internet banking. Una volta le banche, acquisito l’utile d’esercizio, distribuivano quanto dovuto agli azionisti.

Oggi prefissato il dividendo da distribuire agli azionisti di riferimento, e all’occorrenza per raggiungere il risultato, variano i parametri attingendo sempre alla voce “riduzione dei costi”. Chi paga tale atteggiamento e tale politica che mira a portare ancora piu’ dividendi agli azionisti e meno servizi alla clientela? I lavoratori e gli utenti. Da molto tempo, ormai, continuiamo a ripetere con decisione che è necessaria un’inversione di tendenza che necessita dell’intervento della politica per fermare l’emorragia che colpisce i territori più deboli del nostro paese.

Continueremo a portare questa istanza in tutte le sedi e in tutti i luoghi di discussione affinché la forte e instancabile opera di sensibilizzazione possa invertire il trend relativo al fenomeno della desertificazione bancaria che, come noto, porta con sé forti impatti sociali oltre che economici. E’ ora che tutte le forze sociali e politiche si mobilitino in nome del bene comune”.