“Mio fratello non c’è più e i suoi assassini sono liberi. Che vergogna”. La rabbia del fratello di Nicola Zeppetelli, il 40enne ucciso a colpi di arma da fuoco il 19 febbraio scorso a Cervinara nella frazione Loffredo, esplode subito dopo la decisione del Tribunale di Napoli: gli arresti domiciliari concessi ad Alessio Maglione, accusato di omicidio volontario appaiono una punizione troppo lieve. I familiari non si aspettavano questa decisione, ma il Gip del Tribunale partenopeo accogliendo la richiesta di attenuazione della misura cautelare in carcere presentata dall’avvocato Giulia Cavaiuolo, ha concesso i domiciliari al 20enne, in carcere da oltre nove mesi.
Di qui lo sfogo social del fratello della vittima che con un post su Facebook scrive: “Come può la giustizia non garantire un finale terribile ad assassini. Come si fa a non punire severamente con la legge chi ha commesso un omicidio senza scrupoli. Gli arresti domiciliari per assassini dopo pochi mesi dall’omicidio è inconcepibile. La legge non è giusta. E noi giovani dovremmo credere in questa società malata, in questa giustizia che di giusto non ha niente, in un futuro migliore? Nulla di questo è giusto per una morte così brutale e cattiva. Mio fratello non c’è più e i suoi assassini sono liberi”.
Poi continua: “Gente che in questo paese dà ancora retta a persone così, è una vergogna. Sono disgustato perché persone così continuando ad essere inserite nella nostra comunità senza scrupoli e problemi. Continuano ad avere voce, anche quando dovrebbero tacere. Tacere per sempre, per la Morte di un papà, di un figlio, di un fratello, voluto bene da tutti. Che vergogna. Questo è l’ultimo messaggio che voglio che arrivi a tutti, in questa società malata, corrotta e dominata da sola apparenza”.
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