Tempo di lettura: 2 minuti

“Ha sempre creduto nello stare nelle cose, mentre accadevano. Che fossero concerti, festival, concorsi, Chiara ha scelto ogni volta la partecipazione, la presenza, l’esserci per tessere reti e conoscenze, persone e passioni. Ma tutto questo non l’ha mai fatto per narcisismo, anzi. Chiara custodiva con tenacia la speranza che l’unione tra forze diverse potesse realmente cambiare le cose”.

Così gli organizzatore de “Il Laceno d’oro” nell’annunciare la dipartita di Chiara Rigione, avellinese scomparsa a soli 37 anni dopo aver combattutto contro un mare incurabile.

Solo qualche settimana fa, Chiara aveva dato alla luce la piccola Diana.

“Chiara non ha mai smesso di pensare che un altro mondo fosse possibile. Amava la pluralità e come un’ape operaia ha sempre visitato comunità, associazioni, comitati rispettando puntualmente la riservatezza, di chi incontrava e la sua. E il suo cinema ha rispecchiato il suo sguardo senza interruzioni: con collegamenti impensabili, dinamiche inattese, schivo e al tempo stesso abbagliante. Per il Laceno d’oro Chiara Rigione è stata molto di più di una regista: amica propositiva, critica puntuale, giurata instancabile. In ogni momento Chiara non solo pensava al cinema, ma viveva il cinema, nelle sue infinite possibilità di crescita: perché ciò che aveva più a cuore era il futuro. Per questo motivo, anche se straziati e scossi dalla perdita, le promettiamo che il nostro impegno rimarrà lo stesso: curare l’avvenire, gli sguardi e le idee che verranno. Preferiamo pensare che in queste ore Chiara stia solo preparando le valigie per arrivare, come sempre puntuale, a Cannes per il festival, e al ritorno incontrarla davanti a un bicchiere di vino per ascoltare le sue impressioni, confrontarci e litigare su Yorgos Lanthimos, ridere dei ritardi e delle proprie disavventure. Chiara, vedi sempre film meravigliosi e ricordati di mettere in borsa le tue magliette pazzesche.