“Insieme, è una di quelle parole che capiamo ancora prima di saperla pronunciare”.
Così c’è scritto nel libro che ha accompagnato il pellegrinaggio a piedi verso Santiago, di 11 Figli di Dio. In realtà 10 (ragazzi) più 1 (Padre Lorenzo Gasparro, il nostro Buon Pastore, la nostra guida spirituale, Padre della PGVR di Avellino – Pastorale Giovanile Vocazionale Redentorista). Tui-Santiago de Compostela.
Gli ultimi 118 km del Cammino Portoghese. Siamo qui per raccontarvelo. Magari alla fine dell’articolo, tu che stai leggendo dirai “chissà, un giorno toccherà anche a me vivere di queste emozioni”. Di quali emozioni parliamo? Proviamo a spiegarvele. Il cammino di Santiago è un po’ come il cammino della nostra vita; ci sono alti e bassi, pioggia e sole, cadute e rialzate, fallimenti e traguardi, sorrisi e lacrime. Ed anche lì – come la vita – ciò che fa la differenza è scegliere con chi viverlo. Non vi sappiamo dire la sensazione che si prova facendolo da soli, ma vi sappiamo dire quanto meraviglioso è stato stare “insieme”. Insieme sin dal principio.
Dal nostro Tik Tok in aeroporto, a quelle strette di mano dei tuoi compagni durante il decollo. Siamo atterrati a Porto e sono trascorse le prime 4 ore in treno, per arrivare a Valença. Già li abbiamo capito che Dio ci aveva messi insieme, non a caso. I primi 3 km a piedi (come riscaldamento) ci hanno condotto a Tui, dove attraversando il Ponte Internazionale, vedendo e seguendo per la prima volta quelle conchiglie gialle e blu, ci siamo trovati letteralmente con un piede in Portogallo e uno in Spagna. A Tui è iniziato ufficialmente il nostro cammino.
Immaginate i nostri occhi che dopo aver visto le conchiglie indicarci la strada, aver attraversato il confine, si sono ritrovati davanti alla Credenziale del Pellegrino. Mettete qui Nome e Cognome. Ecco, ci siamo. Il cuore batteva forte. Sapeva che la mattina seguente ci aspettava qualcosa di meraviglioso. E si, già il nostro primo giorno di cammino si è rivelato immenso. Conoscete la frase “Il vero viaggio non è solo arrivare. E’ tutto quello che accade tra la partenza e l’arrivo”? Ecco capita di dirla spesso alla fine di un viaggio, noi, ce la siamo detta il primo giorno. Le ore di cammino passavano tra “sistema meglio il tuo zaino sulle spalle”, una preghiera, un canto e tante tante chiacchierate. Padre Lorenzo le chiamava “conversazioni spirituali”.
Ed aveva ragione. Sono state piene di Spirito Santo. Conoscere meglio l’altro, scoprire nuove persone e poter dire di aver conosciuto delle meraviglie. Qualcuno ha anche scoperto gli abitanti del cielo. Cosa volere di più? Le nostre orecchie sentono ancora il “Buen Camino” del pellegrino che incontravi sul percorso, o di quello con la quale ci hai condiviso una cena tipica del posto. Arrivavi poi all’ostello, piede fuori dalla scarpa, l’aria fresca ti accarezzava. E anche lì pensavi: il soffio fresco di Dio. Grazie per averci accompagnati fin qui. E cosi ogni giorno. Anche dopo quelli più duri. Certo, abbiamo detto salite e discese, pioggia e sole.
E noi queste 4 componenti le abbiamo beccate insieme. Dio è così. Non è uno che ti mette alla prova. E’ Colui che ti fa capire che, anche quando piove e ci sono delle salite immense, se ti fidi di Lui, andrà tutto bene. Il tratto più difficile del cammino l’abbiamo affrontato con la pioggia. Ed è lì che probabilmente abbiamo provato le emozioni più grandi. Aspettare il tuo compagno, strappare un sorriso, tendergli la mano, guardarsi le spalle, asciugare il suo e il tuo volto pieno di lacrime e pioggia. Piangere con lui e alla fine sorridere insieme. Insieme. Sempre insieme. Alla fine delle nostre giornate ci si stringeva in un abbraccio con un piccolo “recap” giornaliero.
Sapete una sera cosa è successo? Ci siamo ritrovati a fare questo confronto in un meraviglioso giardino, con la brace accesa, l’odore del pane che stava per diventare caldo e croccante. Le piccole luci calde sulle nostre teste, musica. C’era il Creato Immenso, pieno delle sue bellezze. Ti aspetti un ostello per riposare e ti ritrovi immerso nel creato a ringraziare. “Ora lascia, Signore che io vada in pace, perché ho visto le tue meraviglie”. La sera prima dell’ultima tappa che ci avrebbe portato a Santiago, davanti ai nostri occhi la frase “Vieni Servo Buono e Fedele, prendi parte alla Gioia del tuo Padrone”. Ecco cosa ci riservava il giorno seguente: Dio avrebbe gioito con noi. O meglio, noi con lui. E così è stato. Mancavano 100 metri per la Cattedrale di Santiago, le gambe tremavano come mai successo durante il cammino, stretti tenendoci per mano in quella piazza, un raggio di sole ha illuminato il nostro volto. Avevamo raggiunto il traguardo. Ci siamo abbracciati forte, ma non sapevamo che ci aspettava un ultimo gesto. Lì hai l’opportunità di abbracciare per qualche secondo la statua di Santiago (San Giacomo). Vi lasciamo così, svelandovi ciò che gli abbiamo sussurrato all’orecchio: Amico mio, raccomandami a Dio.