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A meno di una settimana dall’apertura del tunnel attesa ( o forse no) dagli avellinesi da ben 17 anni, è stata tanta la curiosità e, perchè no, l’entusiasmo che ha accompagnato i primi giorni di percorribilità dell’arteria che collega Piazza Gariballdi con via San Leonardo, verso la zona periferica di San Tommaso e Rione Mazzini.

In tanti, soprattutto i primissimi giorni, anche per mera curiosità hanno voluto percorrere quei poco meno di 500 metri sotterranei che passano sotto Piazza Libertà e che, come detto, di anno dopo anno erano diventati una sorta di leggenda, simbolo delle incompiute cittadine.

“Smaltito” l’entusiasmo della prima corsa, o meglio dei primi metri, ecco che di dosso in dosso che riesce a regolare la velocità di 30 Km orari, c’è chi lamenta di aver subito già qualche danno alla propria vettura per l’altezza del rilievo. Tutto a norma chiaramente, soprattutto se si rispetta la velocità indicata e, una volta conosciuta la prominenza certamente non si correrà più il rischio di impattare. Per altri automobilisti invece tanto basta per giurare di non voler più entrare il quel buco.

Altri invece salutano con favore la possibilità di poter attraversare un tratto importante della città evitando il traffico seppur, ad onor di cronaca e certamente complice il clima da shopping, la mobilità cittadina almeno per il momento non sembra aver beneficiato granchè della nuova infrastruttura.

E intanto da gennaio chiuderà del tutto al traffico il Ponte della Ferriera già da diversi mesi percorribile solo a sensi alterni ma i continui rallentamenti al cantiere e la necessità di concludere un intervento che si sta prolungando nel tempo oltre modo.

Una scelta, quella dell’amministrazione comunale, rimandata già più volte proprio in attesa dell’apertura del tunnel e per non lasciare completamente isolata la parte urbana sud, in particolare dei quartieri di San Tommaso, Rione Mazzini, Quattrograne sino a Bellizzi. 

Ora che il tunnel è aperto, passate le feste di Natale, con l’arrivo del nuovo anno il Ponte potrà chiudere definitivamente e secondo le prime stime per almeno tre mesi.

In tal modo la ditta incaricata potrà concludere l’intervento di restyling, affidato per oltre 600mila euro, allo scopo di mettere in sicurezza la struttura ottocentesca, diventata nota negli anni anche per i tristi episodi di suicidio e i numerosi tentativi di gesti estremi da parte di persone fragili.