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Creare un nuovo riequilibrio territoriale tra tutta la Regione Campania, con la città di Napoli come guida, ma non in sovrapposizione agli altri territori, specie  le aree interne.

E’ questa la linea d’azione che lancia il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, presente ad Avellino ospite di un convegno organizzato dall’Associazione Fausto Addesa, fondata da diverse anime della sinistra cittadina in memoria dell’ex consigliere provinciale scomparso dopo aver lottato contro un male incurabile.

“Napoli ha un legame non solo storico, ma anche funzionale con l’Irpinia- prosegue il sindaco Manfredi- È un motore di sviluppo importante per le aree interne della Campania, una regione con una popolazione di 6 milioni di abitanti che cerca un equilibrio tra la costa e l’interno. Napoli è vista come un punto di riferimento che include il mare e svolge un ruolo chiave per la Campania e la Puglia, creando una connessione fondamentale tra i due mari per il futuro dell’Europa.

Le aree interne offrono grandi opportunità di crescita e sviluppo, contrastando lo spopolamento e la fuga dei giovani. Questo crea sinergie con le altre province della Campania. È necessario un fronte progressista che sappia unire esperienze diverse, inclusa la storia, e un programma di governo che si concentri sulle priorità, l’agenda sociale e urbana, nonché sulla necessità di un nuovo modello di sviluppo sostenibile e creazione di posti di lavoro”.

Non manca un passaggio sul tema caldo dell’autonomia differenziata: “Il contesto geopolitico richiede di affrontare la questione dell’autonomia differenziata, evitando tuttavia una frammentazione eccessiva delle competenze, che indebolirebbe il ruolo dell’Italia sia a livello europeo che internazionale. Penso che il futuro del paese non risieda in tante piccole regioni, ma in uno stato forte che sfrutti le risorse istituzionali locali”. 

E sull’ennesima crisi in casa Pd, il sindaco di Napoli getta acqua sul fuoco: “È importante governare bene, rispondendo alle problematiche e alle prospettive dei cittadini. All’interno del Partito Democratico, ci sono posizioni diverse tra chi sostiene De Luca e chi cerca una ricomposizione, ma è fondamentale trovare soluzioni e promuovere il dialogo. Sono iscritto al Partito Democratico perché credo nella democrazia, ma ritengo che in ogni contesto democratico sia necessario ascoltare la voce dei membri attraverso congressi e confronti”.

Ad accogliere Manfredi, non a caso, una folta platea di dem irpini, a partire dal consigliere regionale Maurizio Petracca e il capogruppo in Consiglio comunale, Ettore Iacovacci.

Al tavolo dei relatori Antonio Limone, presidente dell’Associazione Addesa osserva come “Il modello Manfredi ha rappresentato una proposta vincente per il sindaco di Napoli, ma potrebbe funzionare anche per Avellino. Non possiamo rimanere marginali. Dobbiamo sfruttare le opportunità che si presentano a Napoli e costruire una strategia simile anche per Avellino, in modo da collegare questi territori. Non possiamo accettare che la nostra capitale resti così distante, soprattutto considerando le difficoltà che stiamo affrontando”.

E il consigliere comunale del gruppo di Sinistra “Si può”, Amalio Santoro accende i riflettori su un’Irpinia  “diventata scantitato della Campania per colpa di scelletare politiche locali e non solo. Un territorio alla deriva, chiuso nella curva dei suoi giorni. Per questo è necessario riprendere questo dialogo più allargato, lasciando da parte l’illusione che ci si puà salvare da soli”.

Il professor Giuseppe Moricola incalza: “Un rapporto da sempre necessario tra Napoli e l’Irpinia man mano nei decenni è stato offuscato, soprattutto a causa della perdita del capoluogo partenopeo come vero centro nevralgico universitario. A questo si è sostotuito una sorta di rancore, paura verso Napoli da parte delle zone interne, sino a non cogliere le grandi mutazioni che stanno investendo il nostro capoluoco regionale. Anche la politica, le istituzioni hanno contribuito al allargare lo spazio di separazione tra l’Irpina e Napoli. Ed invece siamo chiamati a riammagliare un rapporto necessario. Noi serviamo a Napoli, ma anche i nostri territori servono come al pane a Napoli”.

A moderare i lavori  il giornalista moderatore, Aldo Balestra che ricorda come l’indimenticato Addesa, da giovane politico, lottava proprio per l’obiettivo che oggi l’Associazione si prefigge: quello di espandere i territori, lavorare per il bene comune.
Un metodo politico fondato sempre e solo sul dialogo e sulla condivisione.