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Il centro sinistra, campo largo, campo progressista e che dir si voglia, ha mostrato di poter stare in piedi seppur ha perso il ballottaggio delle amministrative ad Avellino, e lo schema dovrà essere strutturato e compattato per la riproposizione, stavolta vincente, alle elezioni regionali della Campania.

E’ questo, in sostanza, il messaggio forte e chiaro che Antonio Gengaro, candidato sindaco dello schiaramento alle recenti amministrative del capoluogo irpino, ha voluto rilanciare nel corso di un’Assemblea pubblica tenuta questo pomeriggio al Circolo della Stampa insieme alle forze politiche di Sinistra che l’hanno sostenuto.

Battute d’arresto a parte ( il riferimento è alla frattura con alcuni membri del suo partito, il Pd, sulla elezioni dei membri delle Commissioni consiliari con tanto di sue dimissioni dal ruolo di coordinamento delle oppozioni-, e al netto anche della elezione di un sindaco, Laura Nargi, che è riuscita a batterci al ballottaggio grazie ai voti di quel Patto Civico che oggi l’ex sindaco Gianluca Festa vorrebbe rinnegare- rimarca Gengaro- abbiamo la maturità politica di continuare ad essere un gruppo che guarda nella stessa direzione politica e, soprattutto, che rimane all’opposizione, così come deciso dagli elettori”.

E in questo passaggio Gengaro cerca anche di sgomberare il campo da ogni remota ipotesi che consiglieri del centrosinistra potessero fungere da spoda nelle questioni della maggioranza.

“Io sono del Pd- ricostruisce tutta la vicenda il candidato sindaco- Mi sono battuto perchè le forze che mi hanno sostenuto alle elezioni, nella scelta dei luoghi istituzionali come possono essere la vice presidenza del Consiglio piuttosto che i membri delle Commissioni consiliari , e non parliamo di posti di potere, avessero il giusto equilibrio. Ho solo rivendicato  pari dignità per coloro che avevano partecipato alla competizione  elettorale ma la maggioranza del mio gruppo, del mio partito,  evidentemente aveva una opinione diversa e cioè che bisognasse concorrere per queste posizioni in base alla consistenza numerica.

Eppure– incalza-  non hanno tenuto conto che io stesso faccio parte del gruppo Pd oltre al fatto di essere stato il candidato sindaco della colazione che ha profuso molto impegno sia di tipo personale che materiae per la battaglia elettorale. Un minimo di considerazione sarebbe dovuto arrivare. Non è stato così, la mia posizione è stata minoritaria e ho preso atto di non poter esercitare un ruolo di coordinatore ed è chiaro che i partiti ci assumessero le proprie responsabilità, come io mi assumo le mie”.

Ad ogni modo Gengaro ribadisce come il senso dell’iniziativa odierna non sia quello di “rompere la coalizione, ma per cercare un leader per guardare avanti. C’è stata una battuta di arresto-torna al punto di partenza del discorso– ma ora occorre guardare avanti. Del resto la battuta d’arresto del mio gruppo si è innescata nella sorta di tempesta perfetta  della crisi latente della maggioranza”.

E qui il nuovo attacco frontale sui tempi caldi degli ultimi giorni: “Pannicelli caldi- dice- Il Sindaco se ha una maggioranza governa, se non ha una maggioranza ne deve prendere atto. Il luogo deputato a discutere di queste cose è il Consiglio comunale. Quello che posso garantire agli avellinesi- rimarca chiaro Gengaro- che siamo stati collocati all’opposizione e all’opposizione rimaniamo, su questioni dirimenti come le linee programmatiche, i bilanci chi fa l’opposizione non può fare altro”.

Gengaro non parla nemmeno di fibrillazione interne alla maggioranza ma le definisce “baruffe chiozzotte. Secondo me il nodo sono i posizionamenti in funzione della gestione del potere della città, con questa giunta di stranieri che ovviamente  ha tolto spazio a tanti personaggi che apriravano alla poltrona. Io tutto voglio tranne che essere trascinato in queste vicende che poi hanno poco di nobile.
Non ricordo casi in precedenza di crisi così importanti, proprio il giorno dopo le elezioni praticamente”.

Anche Amalio Santoro parla di una “maggioranza mai nata. Ci troviamo in un Festa bis con tutte le contraddizioni che questo significa. Una giunta  di assessori estranei più che esterni, che non conoscono la realtà cittadina, dunque una giunta bloccata.
Se lo spettacolo è quello di questi giorni converebbe far calare subito il sipario”.

Roberto Montefusco spiega il senso dell’iniziativa odierna: “Un dibattito pubblico che intende dare continuità a un progetto politico che non è stata un’esperienza semplicemente elettorale o elettoralistica, ma un progetto politico di soggetti politici, di associazioni, di esperienze legate all’area progressista”.

Quindi i fatti amministrativi “Una giunta ostaggio di uno scontro tutto quanto interno al blocco di potere che ha vinto le elezioni e rispetto a questo noi intanto pensiamo che l’opposizione non possa avere alcuna ambiguità.- il rifierimento del coordinatore provinciale della Sinistra al gruppo Pd- I comportamenti e le pratiche dell’opposizione devono essere assolutamente chiare, lineari, trasparenti e finalizzati a mettere fine quanto prima a questa esperienza amministrativa. Lo abbiamo detto fin dal primo giorno”.