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“Io sono avellinese. Io amo al mia città. Mi sono sempre occupato dei suoi problemi. Perchè mi sta a cuore il futuro dei nostri giovani e delle loro famiglie. Perchè ho una visione della città, un programma credibile nato dal confronto e dalla partecipazione dei cittadini”.

Antonio Gengaro ci mette tutta la passione e la carica emotiva che gli appartiene, che ha cercato di portare in lungo e in largo per la città, “mattonella per mattonella”, come ha detto sin dalle primissione conferenze stampe dove la sua candidatura a sindaco ancora non aveva avuto la “benedizione” di tutti.

Quel placet che poi è arrivato, passando per la via di Roma, fino a convincere anche i vertici provinciali del Partito Democratico, secondo qualcuno non fino in fondo.

Ma Gengaro si dice certo di avere  “accanto a me una squadra unita e coesa in grado di affrontare e risolvere le questioni aperte della comunità. Investire sul lavoro e lo sviluppo, promuovere la cultura e la legalità, tutelare l’ambiente e la salute. Insieme possiamo realizzare la Nuova Avellino: una città dinamica e in movimento”.

Il comizio di chiusura di campagna elettorale si apre con un minuto di silenzio in onore della mamma dell’ex deputato Giancarlo Giordano, venuta a mancare proprio oggi. “Giancarlo è stato uno dei registi di questa grande coalizione progressista che mi onoro di rappresentare e a lui rivolgo il mio grazie e la vicinanza per la perdita dell’amata mamma”.

Poi la parola passa ai capolista di Pd, Enza Ambrosone ; M5S, Nando Picariello; Amalio Santoro, “Per Avellino Gengaro Sindaco”; e Francesco Iandolo per App-Avellino Progetto Partecipato, fino alle conclusione di Gengaro in un mix di determinazione e rabbia.

Ne ha anche per i suoi principali avversari, quella Laura Nargi tornata a definire “Un Alice nel paese delle meravlglie che non ha visto, sentito e parlato mentre il suo sindaco portava via un pc dal Comune, la casa degli avellinesi”, a Rino Genovese definito “un attore di Hollywood che si affaccia sorridente e simpatico ( mi è davvero simpatico) dopo nonn avre studiato per tutta la stagione”.

Quindi la promessa finale agli avellinesi: “Ricostruiremo la città dopo Festa, perchè a differenza di Laura Nargi e di chi la sostiene, gli avellinesi hanno visto tutto e saranno loro a giudicare”.