In una città già notoriamente ingolfata dal traffico, soprattutto nelle ore di punta di ingresso e uscita della scuole e la sera alla chiusura degli uffici pubblici, nella settimana che precede la Vigilia di Natale la circolazione veicolare va completamente in tilt.
Capita ogni anno, a prescindere da vecchi, nuovi e riciclati sensi di marcia. Capita al netto di qualsiasi piano di controlli e di vigilanza. Capita certamente perchè tornano le persone che per ragioni di lavoro o studio vino fuori, e capita anche e perché, chiaramente, il capoluogo attira le persone da fuori provincia per le grandi spese natalizie e gli immancabili regali. E in questo senso sembra non esserci crisi che tenga. Si riempiono supermercati e centri commerciali, forse con carrelli un pò meno colpi degli anni passati, ma comunque gli ingredienti per le “abbuffate”, per quanto salati sullo scontrino, non possono mancare.
Si riempiono anche i negozi a caccia dell’affare per non rinunciare al più classico scambio di pacchetti con parenti e amici. Ed è così che si riempiono anche le strade, tutte, in qualsiasi orario e ogni piccolo angolo.
Chiaramente ci sono i soliti indisciplinati che parcheggiando le automobili in zone non consentite, in doppia se non tripla fila, peggiorano una situazione già complessa.
C’è anche chi vaga cercando un parcheggio quanto più possibile al luogo di destinazione. E se poi piove il tutto diventa catastrofico.
Le auto si incanalano in coda sin dalle prime ore della mattina e la scena va avanti fino a sera. Ed è inutile imprecare o suonare insistente il clacson per cercare di sollecitare una circolazione praticamente bloccate. Non resta che armarsi di Santa pazienza con la consapevolezza che, almeno fino alla fine dell’anno e se vogliano Epifania compresa, Avellino “chest’è”.