Tempo di lettura: 3 minuti

Se ne è parlato per anni, per più di un decennio, ed ora si materializza quello che per tanti sembrava non sarebbe mai accaduto: sono ufficialmente partite le operazioni di demolizione dell’ex scuola media Dante Alighieri di via Piave.

Perché certe notizie, per quanto programmate e ampiamente annunciate come questa demolizione, non sembrano vere fino a quando cade tutto a terra sotto la forza distruttrice di un rumoroso braccio collegato all’escavatore.

Che finalmente fosse arrivato il momento, in verità lo si era inteso già negli ultimi mesi, quando l’allestimento del cantiere e lo spostamento della centralina Arpac per il monotoraggio delle polveri sottili, avevano fatto capire che “fosse tutto vero”.

Da questa mattina, lunedì 20 maggio, le ruspe sono al lavoro e hanno fatto diventare macerie quella che un tempo è stata la palestra scolastica e l’adiacente casa del custode. Nellle prossime ore  si proseguirà con il corpo centrale della struttura per buttare giù l’intero edificio.

Anche se tecnicamente si tratta di una “demoricostruzione”, nel senso che la struttura verrà riedificata nello stesso posto ma con criteri più contemporanei e all’avanguardia dal punto di vista ambientalistico, l’onda emotiva è comunque grande e fornisce lo spunto per raccontare la storia di questa scuola attraverso i ricordi di chi l’ha frequentata.

D’altronde l’ex Dante ha sempre rappresentato tanto per quella zona della città, per chi a Via Piave ci è nato o cresciuto, e per tutte quelle migliaia di studenti che hanno fatto di quell’edificio luogo di crescita e formazione.
Per questo l’abbattimento della struttura scolastica per tante generazioni ha un valore affettivo, perchè verso la propria scuola, si sa, si nutre un forte senso di appartenenza. 
Le prime amicizie solide, quelle delle scuole medie, di quelle che ti legano per tutta la vita, ma anche i primi amori, le prime delusioni di novelli adolescenti che oggi rimpiangono quegli anni.

Le passeggiate prima del suono della campanella, la mitica pizzetta del forno simbolo di via Piave, le penne e le matite alla cartolibreria della compagna Monica, quando a scuola si scriveva solo su carta e penna e non c’era la tecnologia che, inevitabilmente, ha invaso anche le aule della formazione scolastica.
E poi le partitelle di calcio nei campetti limitrofi all’uscita dalle lezioni, i concerti di Natale di fine anno proprio in quella palestra che oggi non c’è più, la diamonica, il metallofono e il flauto per le lezioni di musica.

Ricordi che non potranno essere buttati con le macerie, perchè costoditi nel cuore di ciascono.
Addio ex Dante, nell’attesa che gli studenti di oggi possano far ritorno nella storica sede di via Piave, momento che segnerà la rinascita dell’intero quartiere.

EX DANTE